Corriere della Sera

Gattuso cresce assieme al Milan «Ora vinciamo anche in trasferta»

Oggi a Cagliari. «Silva? Spetta a me trovare il coraggio di gettarlo nella mischia»

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Il Milan che deve affrontare un’emergenza al giorno, tra preoccupaz­ioni vere (che dureranno finché non si sarà firmato il rifinanzia­mento del debito, auspicabil­mente a marzo, con arrivo dei soldi a maggio) e allarmi presunti, cerca un po’ di pace sul campo. A Cagliari alla ricerca della continuità, e anche della prima vittoria in trasferta dell’era Gattuso, che ha colleziona­to due pareggi (a Benevento e a Firenze) e una sconfitta sonora (Verona).

Nel frattempo però molto è successo, in mezzo c’è stato pure un derby di Coppa Italia vinto («Era la mia partita più importante, da dentro o fuori, se perdevo magari mi cacciavano», è l’iperbole di Rino, ma mica è vero), e un po’ di condizione fisica recuperata, anche grazie alla sosta. «I test ci dicono che la squadra è tornata migliorata, i ragazzi hanno lavorato bene, ma sulla profession­alità di questo gruppo non avevo dubbi — sottolinea Gattuso —. In questi due mesi pensavo di avere più problemi, che qualcuno si sarebbe approfitta­to del fatto che io e il mio staff siamo giovani, di dover fare “muso contro muso”, invece è stato più facile del previsto».

Ora il Milan, chiamato a 11 partite in 43 giorni, deve crescere assieme al suo allenatore, che, va riconosciu­to, è riuscito a incidere sullo spirito di gruppo. «Dobbiamo alzare l’asticella, giocare in casa come fuori, creare e dare la mazzata quando serve, senza abbatterci al primo errore». Gattuso sa di giocarsi una chance importante per la sua carriera («Ma non è la priorità ora, non vado a dormire pensando se resterò o meno») e che questa passa solo attraverso i migliorame­nti nel gioco (e magari nei gol: i tre attaccanti centrali sono a sei reti in campionato), nei risultati e nelle prestazion­i dei singoli. Perché a Rino, oltre che un posto in Europa League, obiettivo degli ultimi business plan, la società chiede anche di rilanciare i tanti acquisti estivi fin qui deludenti.

Se Calhanoglu sembra in ripresa, se Biglia ha ritrovato il posto ma deve crescere, il vero mistero resta André Silva, destinato (come Cutrone) ancora a partire in panchina, a vantaggio di Kalinic. «Ma la responsabi­lità ora è mia, sono io che devo trovare il coraggio di buttarlo nella mischia — lo difende Rino —, lui è forte, tante squadre ce lo hanno chiesto, ma la società ha detto di no». Nessuno entra e quasi nessuno (sviluppi su Gomez a parte) esce dal Milan («A Locatelli ho detto di restare, deve pedalare e crescere qui») e Gattuso è contento così.

C’era un tesoretto disponibil­e per il mercato di gennaio: la società, però, ha deciso di tenerselo. «Ne abbiamo parlato, ma cambiare per cambiare non ha senso». Questo risparmio, assieme ai ricavi da stadio superiori alle attese e a qualche spesa in meno, ha fatto sì che l’ultimo cda si ritrovasse con 21,6 milioni in più. Perciò si è deciso di posticipar­e gli ultimi 10,5 milioni della prima tranche di aumento di capitale, il cui versamento ora è previsto per il 26 febbraio (se la cassa fosse piena, in teoria potrebbero slittare ancora). Non è quella la scadenza che preoccupa (se mr Li non pagasse, i 10,5 milioni potrebbero aggiungers­i al finanziame­nto, si romperebbe sì un covenant, ma ci sarebbero una serie di passaggi non scontati prima che Elliott si prenda il Milan); a marzo invece si vuole chiudere per rifinanzia­re il debito; tra le proposte sul tavolo, c’è quella della banca Jefferies.

Mercato fermo C’era un tesoretto per il mercato, ma la società ha deciso di non investirlo

Arianna Ravelli

 ?? (LaPresse) ?? Gruppo Rino Gattuso, 40 anni, festeggia assieme ai giocatori: è l’allenatore del Milan da quasi due mesi
(LaPresse) Gruppo Rino Gattuso, 40 anni, festeggia assieme ai giocatori: è l’allenatore del Milan da quasi due mesi

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