Corriere della Sera

«Procedura chiara per uscire dall’euro»

- di Mario Sensini

«Introdurre nei Trattati e nel quadro normativo europeo alcune specifiche procedure tecniche, economiche e giuridiche che consentano agli Stati membri di recedere dall’Unione monetaria». Mentre il candidato premier Luigi Di Maio ammorbidis­ce la posizione sull’euro, assicurand­o che per l’Italia «non è più il momento di uscire», in Parlamento il M5S continua la sua guerra contro la moneta unica. Ieri, in commission­e Bilancio al Senato, ha proposto una risoluzion­e sulle prossime tappe dell’Unione monetaria alternativ­a a quella della maggioranz­a, chiedendo alla Ue la definizion­e di un percorso per l’uscita dalla zona euro. «Attraverso — si legge nel testo firmato da Moronese, Lezzi e Bulgarelli — una clausola di opting out permanente nel caso ci sia una chiara

La richiesta «Bisogna consentire agli Stati di poter recedere dall’Unione monetaria»

volontà popolare in tal senso». Quel referendum, dunque, cui Di Maio spera di «non arrivare» e che per lui «sarebbe comunque l’ultimo stadio».

La proposta della maggioranz­a, che è comunque piuttosto critica, e sollecita molta prudenza nell’incorporaz­ione delle regole sui bilanci nel diritto comunitari­o, è passata senza i voti del M5S, di Liberi e uguali, ma anche di Forza Italia e della Lega. Che a differenza dei 5S non hanno presentato neanche un testo di risoluzion­e alternativ­o.

La risoluzion­e del Parlamento (tra pochi giorni è attesa quella della Camera) è di fatto un parere alla Commission­e, al Consiglio e al Parlamento Ue che stanno lavorando, secondo un calendario molto stretto, al rafforzame­nto dell’Uem. Con la costituzio­ne di un Fondo monetario europeo, destinato a sostituire l’Esm, il fondo salva Stati, la creazione di un ministro delle Finanze europeo e il trasferime­nto del Fiscal compact, che detta le regole sui bilanci (ma è solo un accordo intergover­nativo), nel corpo delle norme europee.

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