Corriere della Sera

«Rintocchi anche di notte» Un referendum risolve la disfida delle campane

Il voto nell’Alessandri­no. Resort e ristorante: disturbano i clienti

- dal nostro inviato Marco Imarisio

Non sembrava un caso, abbiamo tutti orologi e telefonini: sottovalut­avo il senso della tradizione

Il rintocco delle 14.30 è una martellata. Almeno alle orecchie di chi viene da fuori e non ci è abituato. «Il problema è solo quello, io e mia moglie manco ce ne accorgiamo». Il campanile della chiesa patronale dedicata a san Pietro incombe sul terrazzo de «La Cantinetta». In linea d’aria sono ottanta metri di distanza. Dall’altra parte il bed and breakfast si affaccia sulla Val Cerrina, una vista bellissima. Ma di notte, quando non si vede niente e si sente solo quel botto, a chi non ha l’orecchio abituato viene difficile ignorarlo.

«Abbiamo perso, e ne prendiamo atto. Il mio rammarico più grande: non abbiamo avuto la possibilit­à di spiegare ai nostri compaesani che la pausa dei rintocchi dalle 20 alle 8 del mattino sarebbe stata soprattutt­o un gesto di riguardo verso i turisti che vengono fin qui». Il ruolo del Peppone che voleva tacitare don Camillo è toccato a Roberto Imarisio, il cognome è uno dei più diffusi nel Monferrato, titolare insieme alla moglie Donatella del resort sopra citato. È un enologo di mezza età, che crede nella moderazion­e e ogni domenica va a messa. Dopo le lamentele di alcuni clienti costretti a veglie non richieste per via delle campane notturne, aveva sollevato il problema.

A Mombello ci sono 1.200 abitanti, un ufficio postale e un bar aperto a giorni alterni. «La Cantinetta» è l’unica struttura ricettiva, insieme al ristorante Dubini, una celebrità della zona. Imarisio ha unito le istanze dei due locali, ha raccolto firme tra i mombellesi insonni, e ha bussato al portone della chiesa citata da Cesare Pavese ne «Il diavolo sulle colline». Anche il pre- di questa storia non risponde esattament­e al profilo tipico di don Camillo. Il parroco Kofi Evame Amuaku, che per brevità viene chiamato «Armand» dai suoi fedeli, è arrivato due anni fa dal Togo, e al momento dice messa in otto diverse frazioni provviste di chiesa ma non di sacerdoti. «Per me non c’era nessun problema, l’ho sempre detto. Anzi, ero pure d’accordo».

La decisione però non spettava a lui. La gestione dei rintocchi automatici della campana compete al Comune. E la sindaca ha indetto un salomonico referendum, non prima di aver calcolato il raggio di propagazio­ne del suono e di aver censito gli abitanti al suo interno, quindi competenti a esprimere una opinione. «Abbiamo fatto tutto con grande serenità» racconta Maria Rosa Dughera, ex manager della Nestlé. «Ma quale guerra delle campane, si trattava piuttosto di aiutare il turismo. Bisogna riconoscer­e che il quesito aveva un senso».

Non era don Camillo contro Peppone, anche se così questa piccola storia è stata percepita, quanto piuttosto una usanza che si tramanda dal diciottesi­mo secolo conte tro le moderne esigenze delle uniche attività commercial­i di Mombello. Non c’è stata gara. In Italia spesso la conservazi­one vince sul cambiament­o, dice Imarisio. Hanno votato 84 dei 149 aventi diritto, con il quorum superato di slancio. Settantadu­e no. Solo 12 sì, in pratica quelli della famiglia di Imarisio e dei titolari del ristorante. Che suonino le campane, a ogni ora e mezzora del giorno.

Maria Rosa Dughera ha sbagliato pronostico, e non di poco. «Credevo che la presenza o meno dei rintocchi notturni non fosse così importante. Ormai abbiamo tutti orologi e telefonini per conoscere l’ora. Ma sottovalut­avo il senso forte della tradizione che ancora resiste dalle nostre parti. Amen, tutto come prima e fine della tempesta in un bicchiere d’acqua». Facile per lei, replica con un sorriso il mite Imarisio, che le è amico. La sindaca abita nella frazione accanto. Dove di notte tutto tace.

Nel Monferrato delle mille chiese e dei paesaggi d’incanto c’è un solo peccato veniale che risulta difficile da perdonare. L’anziano che cammina sulla strada del belvedere di Mombello punta il dito con fare accusatori­o verso Imarisio, scherzando ma non troppo. «Siete stati voi che avete fatto venire Canale 5». Il reprobo sta al gioco e china la testa. «Non ci avevano detto di puntare sul turismo? Almeno ci siamo fatti conoscere». Appunto. Su queste colline la riservatez­za, declinata in ogni modo, fino all’autolesion­ismo, è un’altra religione. Anche senza rintocchi di campana.

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Il luogo Il campanile della chiesa patronale di Mombello Monferrato (Alessandri­a) dedicata a san Pietro

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