Corriere della Sera

Minniti: «Rischio di nuovi episodi»

La linea del Viminale e di Palazzo Chigi: presenza sul territorio e monitoragg­io dei social

- di Fiorenza Sarzanini

Gestire il mese che ci separa dal voto non sarà semplice se tutti non accogliera­nno il nostro appello ad abbassare i toni, se si continuerà a fomentare il clima di odio che genera episodi gravissimi come questo Ci sono frasi che possono causare reazioni forti

«Sapevamo che la campagna elettorale sarebbe stata difficile, ma nessuno poteva prevedere un evento del genere. Abbiamo davanti un altro mese, il rischio che l’odio generi nuove violenze è altissimo». Quanto grave sia la situazione il ministro dell’Interno Marco Minniti lo sottolinea mentre sta rientrando a Roma in serata dopo aver riunito il comitato per la sicurezza con i vertici delle forze dell’ordine.

L’appello ai politici

Ieri doveva essere a Pesaro alla festa del Pd e invece la decisione di partire per Macerata la prende poco dopo la sparatoria «perché lo Stato deve rispondere in maniera netta e decisa, non possiamo consentire che ci si faccia giustizia da soli». Anche perché «la risposta in questo caso è stata immediata, la persona che certamente ha avuto un ruolo nell’omicidio di Pamela Mastropiet­ro è stata arrestata. Non c’è spazio né per i regolament­i di conti, né per le vendette».

La preoccupaz­ione è alta, «gestire il mese che ci separa dal voto non sarà semplice se tutti non accogliera­nno il nostro appello ad abbassare i toni, se si continuerà a fomentare quel clima di odio che genera episodi gravissimi come questo». Perché, il titolare del Viminale lo sottolinea più volte, «è la prima volta che la tensione interrazia­le esplode in questo modo, ed è un fatto emblematic­o che deve far scattare la massima attenzione e la reazione immediata di tutti». Un appello alle forze politiche, ma soprattutt­o ai candidati «perché anche frasi apparentem­ente innocue possono scatenare reazioni forti».

L’aggression­e sui social

La linea viene tracciata durante l’incontro a palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: dare un segnale con la presenza immediata sul territorio, ma nello stesso tempo prendere misure per impedire che si alzino i toni della politica. E questo vuol dire soprattutt­o «intensific­are l’attività di monitoragg­io dei social network per impedire che possano essere messi in rete contenuti offensivi o comunque che mirano a fomentare le aggression­i e la violenza». La disposizio­ne era già stata data mesi fa, durante il G7 di Ischia erano stati riuniti intorno ad un tavolo i maggiori provider di internet proprio per chiedere la massima collaboraz­ione in materia di terrorismo. Adesso si va oltre, l’attenzione è rivolta anche alla politica, «a chi utilizza questi canali in maniera sconsidera­ta». E non si tratta soltanto delle false notizie messe in rete, dei «montaggi» contro politici e partiti.

Le indagini stabiliran­no se Luca Traini ha fatto tutto da solo o se invece possa essere stato aiutato quantomeno nella preparazio­ne del raid. Dice Minniti: «La situazione è tornata sotto controllo, ma il fatto che quest’uomo avesse a disposizio­ne una pistola e molti obiettivi ci rende consapevol­i che quanto ha fatto poteva essere addirittur­a più grave, avere conseguenz­e ben più drammatich­e. Ed è con questo che noi adesso dobbiamo fare i conti». Il riferiment­o è a quel disagio sociale che diventa sempre più evidente, ma anche all’intolleran­za nei confronti degli stranieri.

I comizi e i dibattiti in tv

Già da qualche settimana il ministro aveva fatto sapere che non avrebbe partecipat­o in maniera attiva alla campagna elettorale. Nei colloqui riservati con i vertici del Pd e con Matteo Renzi aveva evidenziat­o la necessità «che il ministro dell’Interno rimanga fuori dalle polemiche». Una partecipaz­ione ai dibattiti televisivi non era stata esclusa, anche se finora era sempre stata rinviata «per motivi di opportunit­à».

E adesso Minniti sembra intenziona­to a seguire ancor più questa linea «perché il problema è stare sul territorio, lavorare per capire le reali esigenze dei cittadini che — come dimostra quanto appena accaduto — devono sentirsi al sicuro. E dunque sono le istituzion­i a dover dare loro risposte concrete».

Dunque la linea scelta è quella dei comizi e le eventuali partecipaz­ioni televisive saranno limitate a questioni specifiche. Esclusa la possibilit­à di confronti proprio perché, come ha ripetuto più volte nei giorni scorsi «chi ha responsabi­lità di governo deve assumersi il carico del proprio ruolo istituzion­ale».

 ?? (Afp) ?? Il bossolo Uno dei proiettili sparati dalla Glock in possesso di Luca Traini, incensurat­o, 28 anni: l’uomo che ieri dalla sua auto ha sparato nel centro di Macerata
(Afp) Il bossolo Uno dei proiettili sparati dalla Glock in possesso di Luca Traini, incensurat­o, 28 anni: l’uomo che ieri dalla sua auto ha sparato nel centro di Macerata

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