Corriere della Sera

Salvini contrattac­ca Forza Nuova applaude Da Renzi e Grasso appelli a toni più bassi

Berlusconi: squilibrat­o, senza connotazio­ne politica Maroni gelido: quel fascistoid­e non c’entra con la Lega

- Cesare Zapperi

Pochi inviti ad abbassare i toni, tante accuse reciproche di aizzare gli animi o di sottovalut­are la rabbia, qualche presa di distanza dalla linea politica ufficiale della Lega. È un fiume di reazioni composito quello che esonda quando ancora gli echi della sparatoria di Macerata sono nell’aria. Ad un Matteo Salvini che, chiamato in causa per la recente candidatur­a con la Lega di Luca Traini, si difende gettando la palla nel campo avverso («la responsabi­lità morale di qualunque episodio di violenza che accade in Italia» è di chi «ci ha riempito di clandestin­i»), replica durissimo lo scrittore Roberto Saviano («è lui il mandante morale»).

Ma è solo la punta più alta di una polemica che investe in pieno il segretario della Lega. Il presidente del Senato Pietro Grasso lo indica «tra i responsabi­li di questa spirale di odio e di violenza che dobbiamo fermare al più presto» mentre la presidente della Camera Laura Boldrini intima: «Basta odio, Salvini chieda scusa». «Noi abbiamo l’occasione per far vedere che siamo profondame­nte diversi da chi vergognosa­mente strumental­izza ogni fatto terribile di cronaca» rimarca il segretario del Pd Matteo Renzi. E alla condanna dei toni incendiari, unita all’invito a non strumental­izzare i fatti, si uniscono anche i ministri Andrea Orlando e Graziano Delrio.

A sorpresa, ma non troppo, toni critici e distinguo arrivano anche dall’interno della Lega. Il governator­e uscente della Lombardia Roberto Maroni cerca di delimitare i confini: «Questo è un criminale fascistoid­e, non c’entra nulla con la gloriosa storia della grande Lega». Gianni Fava, assessore uscente e avversario di Salvini all’ultimo congresso, attacca frontalmen­te: «Qualcuno mi deve delle spiegazion­i. Cosa c’entra un tizio simile con la Lega Nord? Uno che avvolto in un tricolore (sigh.) si lascia catturare dalla polizia facendo il saluto romano (doppio sigh.) dopo aver sperato a inermi cittadini, come può essere finito nella Lega Nord? Provo vergogna».

Silvio Berlusconi derubrica il caso a episodio di cronaca nera: «Sembra il gesto di uno squilibrat­o, che merita la più ferma condanna, ma che non può essere ricondotto ad una lucida connotazio­ne politica». Per Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, invece, «non ci può essere nessun equivoco, nessuna tolleranza, nessuna giustifica­zione». Dal fronte 5 Stelle, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista lanciano un comune appello a tutti i politici perché «stiano in silenzio».

Ma alla polifonia delle reazioni non può mancare la voce di chi, come Francesco Storace, leader del Movimento sovranista, manifesta «piena solidariet­à a Salvini», e di chi, come Forza Nuova, esprime «pieno sostegno» a Traini e si scaglia anche contro la «canea di sinistra».

Lo scrittore

Saviano: «Il mandante morale è il segretario leghista, un pericolo per la democrazia»

Il Movimento

La scelta di Di Maio: «Stiamo in silenzio e non facciamo campagna su questo»

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(Ansa) La macchina Macerata, il monumento ai Caduti con davanti l’automobile di Luca Traini

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