«I sostenitori dell’immigrazione? Delinquenti, istigano alla violenza»
«I tifosi dell’immigrazione di massa sono delinquenti e istigano alla violenza. Sono loro a seminare odio e paura». Matteo Salvini non ci sta a passare per il «responsabile morale», così l’ha definito Roberto Saviano, dei fatti di sangue accaduti a Macerata, il tiro al bersaglio sugli immigrati da parte di Luca Traini.
Salvini, non sta esagerando?
«Mi sono appena fatto un giro sui siti di informazione e sui social. Ho trovato moltissime reazioni assolutamente condivisibili: tutti condannano ogni episodio di violenza — e io sono il primo — ma tutti collegano questo e altri episodi ai danni dell’immigrazione. Laura Boldrini e Pietro Grasso negano l’evidenza, ma che l’immigrazione fuori controllo porti con sé rabbia e scontro sociale è un fatto. Noi, dal 5 marzo lavoreremo proprio per superare eventi come quello di Macerata».
Il fatto che l’assalitore fosse un ex candidato leghista alle ultime amministrative non la mette in imbarazzo?
«Oggi ho incontrato i nostri candidati al Parlamento. Loro li conosco e per loro posso garantire. Poi, in Italia ci sono 8 mila comuni, mi pare difficile conoscere tutti. Traini era incensurato, ma nella testa delle persone è difficile entrare. Detto questo, a me non interessa se uno che spara è di destra, di sinistra o leghista: il posto suo è la galera».
L’assalitore di Macerata aveva un’arma legalmente detenuta. Per la Lega, «la difesa è sempre legittima». Il proliferare delle armi non è un problema?
«Assolutamente no. Lei sa quale è il paese più armato d’Europa? La civilissima Svizzera. Ma fatti come questi, là non accadono. Da noi, creiamo difficoltà anche alle categorie professionali a rischio come gioiellieri e benzinai. E poi, c’è la certezza della pena: con oggi, mi spiace ancora di più che non sia diventata legge la nostra proposta, no agli sconti di pena per i reati gravi. Se ammazzi o cerchi di ammazzare, se stupri o cerchi di stuprare, ti fai la galera fino all’ultimo giorno di condanna. A prescindere dal colore della pelle».
Lo sparatore di Macerata ha fatto il saluto romano. In Lega non c’è qualche ambiguità di troppo sul fascismo?
«Io amo la democrazia. Sono per la libertà di parola, di pensiero e di educazione. Non ho alcuna nostalgia di un periodo in cui non si votava. E il riconoscere che sono state fatte cose importanti come l’università La Sapienza o la stazione centrale di Milano non c’entra: vogliamo cancellare tutto quello che è stato? Io oggi non vedo alcun pericolo né fascista né comunista. Ma chi semina odio è paura c’è: e sono appunto i tifosi dell’immigrazione di massa. Non pretendo che Saviano conosca i problemi reali della gente normale. Fa una vita diversa, e dunque le sue parole mi interessano poco. Parole inutili».
Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha avuto risultati significativi nel frenare gli sbarchi.
«Io so che sono diminuiti gli sbarchi e aumentate le richieste di asilo, c’è qualcosa che non mi torna. Peraltro, in gennaio abbiamo avuto un aumento del 15% di sbarchi rispetto all’anno scorso. Ma il problema di Macerata o di ogni altra città non è lo sbarco di ieri o quello di domani. È il milione di clandestini che circola: le espulsioni sono soltanto 15 mila all’anno. Così, ci mettiamo 40 anni a espellere chi non ha il diritto a restare. La priorità del prossimo governo sarà questa: invertire il rapporto tra sbarchi ed espulsi».
Lui un ex candidato leghista? Non posso conoscere tutti Non vedo un pericolo fascista, chi è per gli arrivi di massa semina odio