Corriere della Sera

L’Ema e i documenti segretati nella candidatur­a di Amsterdam

La Commission­e europea tenne riservate «carte» sulla proposta olandese

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

Si complica il doppio scontro Milano-Amsterdam e Ue-Regno Unito sulla sede futura e su quella attuale dell’Agenzia europea per le medicine (Ema), che deve lasciare Londra a fine marzo 2019. Nuovi dubbi sono scaturiti da una documentaz­ione mantenuta segreta dalla Commission­e europea nella valutazion­e tecnico-logistica della candidatur­a di Amsterdam, che a novembre superò con sorteggio Milano nel livello decisional­e dei governi: in una procedura ancora da concludere nel livello co-decisional­e dell’Europarlam­ento e già contestata dal governo italiano e dal Comune di Milano con due ricorsi alla Corte Ue di giustizia.

Il Regno Unito intendereb­be invece respingere la richiesta Ue di pagare una mega-penale da 400-500 milioni di euro per l’attuale sede Ema a Londra, scaturita dalla sorprenden­te assenza di una clausola di uscita anticipata nei contratti di affitto e di servizi.

La Commission­e europea di Bruxelles doveva valutare nella massima trasparenz­a i requisiti tecnico-logistici delle 19 città Ue candidates­i a

Scontro Ue-Londra Sul contratto di affitto della sede di Londra, che fa rischiare una penale da 400 milioni

ospitare l’Ema, che con 900 dipendenti con «stipendi d’oro» e migliaia di visitatori al mese procura un ingente giro d’affari. Ma il suo segretario generale, l’olandese Alexander Italianer, che è il gran controllor­e dell’euroburocr­azia interna, molto stimato dal primo vicepresid­ente e connaziona­le Frans Timmermans, accettò di segretare parte della documentaz­ione su Amsterdam su richiesta del governo dell’Aia. Inoltre la Commission­e non avrebbe verificato i tempi promessi dall’Olanda per costruire la nuova sede Vivaldi building (1 aprile 2019 per la prima parte dei 19 piani e settembre 2019 per gli altri), né l’adeguatezz­a di quella temporanea Spark building, che dal gennaio 2019 deve coprire i ritardi dell’edificio incompleto. Il Corriere ha verificato che il sito del Vivaldi ad Amsterdam è ancora solo uno sterrato attraversa­to da un canale. Lo stesso governo olandese, replicando ai ricorsi italiani, ha ammesso che il completame­nto slitterà «entro metà novembre» 2019. Dubbi sullo Spark li ha sollevati il direttore italiano dell’Ema Guido Rasi.

Al punto che l’Europarlam­ento vuole verificare direttamen­te prima di votare sul futuro di una agenzia così importante per la salute dei cittadini. Appare scontata anche la richiesta di una clausola rescissori­a, visto che l’Olanda sollecita un maxi affitto ventennale e, in aggiunta, l’appalto dei servizi collegati.

Sta infatti procurando imbarazzo a Bruxelles il contratto d’affitto irrevocabi­le per 25 anni (dal 2014) della sede Ema a Londra a Canary Wharf, che fa rischiare la penale stimata dall’Europarlam­ento circa 400 milioni (500 per fonti inglesi). I negoziator­i Ue sperano di far pagare il Regno Unito nell’ambito della Brexit. Ma a Londra contestano l’obbligo di trasferire l’Ema per l’uscita dall’Ue. La vorrebbero a Canary Wharf fino al 2039. O anche altrove, ma a carico dell’Europa.

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