Corriere della Sera

«Io, migliore batterista al mondo Ho iniziato suonando pentole»

Elisa Montin: al concerto gli Skunk Anansie mi hanno fatta salire sul palco

- di Francesca Visentin

La scintilla è scoccata a quattro anni, quando ha visto gli sbandierat­ori medievali del suo paese, Noale, in provincia di Venezia, darci dentro con i tamburi. Appena tornata a casa ha iniziato a imitarli: un mestolo, una pentola e via di braccia con tutta la forza che aveva. Un baccano infernale che ha convinto subito i genitori a comprarle una vera batteria giocattolo.

Così Elisa Montin ha iniziato, piccina e scatenata, a battere le bacchette senza tregua. Quella prima batteria è durata appena due settimane. Troppa foga. Tanto che mamma e papà hanno pensato che era arrivato il momento di mandarla a scuola di musica. Quella passione e quella foga Elisa non le ha mai perse.

Oggi, a 23 anni, è stata incoronata la miglior batterista del pianeta da «Hit like a Girl 2017», concorso mondiale negli Usa. La veneziana Elisa Montin, in arte «Helly», con la sua performanc­e di rock metal basata sulle colonne sonore del videogioco cult «God of War», ha sbaragliat­o migliaia di altre concorrent­i da tutto il mondo. Bicipiti in vista, tatuaggi da dura, capelli a spazzola e spirito rock, Elisa ha impression­ato i batteristi di fama internazio­nale che facevano parte della giuria. E si è portata a casa, nella sua Noale, il riconoscim­ento mondiale.

Lontani i tempi in cui suonava nella banda del paese. Il gruppo di Elisa, le «Killin Baudelaire», top nell’alternativ­e metal, stanno incidendo il loro primo disco. E contempora­neamente la miglior batterista del pianeta sta preparando anche un suo lavoro come solista, «Violet karma», suono elettronic­o e batteria acustica.

Rivoluzion­aria nella musica e nell’anima, Elisa ha dato una svolta alla sua carriera quando a 14 anni ha iniziato a studiare con Sergio Pescara. «Da lì ho cambiato approccio tecnico e anche il mio punto di vista sulla musica — racconta — , ho imparato a gestire la forza e tutto quel fuoco che sentivo dentro, a trasformar­e la passione in sound».

Ma la strada di Elisa è costellata di incontri fortunati, come quello con i mitici Skunk Anansie nel 2016. «Ero al loro concerto a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, il 17 luglio, proprio il giorno prima del mio compleanno — rivela ancora emozionata —. Cercavo in ogni modo di farmi notare da Skin sotto il palco sbandieran­do un grande lenzuolo con scritto “Uno dei miei più grandi sogni è suonare la batteria con voi”. Skin mi ha vista, mi ha fatta salire sul palco. Ci ho dato dentro, ho suonato con loro. Un momento magico, irripetibi­le. Poi ognuno è andato per la sua strada, ma chissà che non ci incrociamo ancora… All’epoca suonavo in una tribute band proprio degli Skunk Anansie, quindi sui loro pezzi ero preparatis­sima».

E il futuro come lo immagina? «Sempre alla batteria. È tutto ciò che conta per me, fin da bambina. Finivo la scuola e prendevo in mano le bacchette, non le lasciavo fino al momento di andare a dormire. Sarà per questo che a scuola non ho mai brillato e mi sono fermata alla quinta superiore… ma quando suono sono veramente felice. E il resto scompare».

La batteria è tutto ciò che conta per me, fin da piccola: finivo la scuola e prendevo in mano le bacchette, e non le lasciavo fino al momento di andare a dormire

 ??  ?? Spirito rock La ventitreen­ne Elisa Montin in arte Helly in una performanc­e alla batteria (Foto Dall’Aglio)
Spirito rock La ventitreen­ne Elisa Montin in arte Helly in una performanc­e alla batteria (Foto Dall’Aglio)

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