Corriere della Sera

Gattuso contro i musi lunghi regala l’occasione a André Silva

Il Milan a Udine sfida l’ex Oddo. «Non crediamoci belli come Brad Pitt»

- Arianna Ravelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

All’ufficio facce non hanno visto Brad Pitt (purtroppo). Piuttosto, quel belloccio di André Silva assieme a qualche muso lungo.

Rino Gattuso ha in testa un percorso che la sua squadra deve compiere per arrivare, forse, un giorno ad assomiglia­re a quelle in cui giocava e vinceva lui, assieme a Massimilia­no Oddo, l’allenatore dell’Udinese che sfiderà oggi. E questo Milan (anche se insegue il quarto successo consecutiv­o, che manca da aprile 2014), è ancora lontano dal riuscirci, più o meno quanto distante è l’immagine di Rino da quella dell’ex di Angelina Jolie. «Sento parlare di rincorsa Champions, ma ora non siamo neanche in Europa League. Se pensiamo di essere belli, biondi e con gli occhi azzurri come Brad Pitt sbagliamo di grosso. Siamo Calimero. Siamo ancora brutti, con la barba e le occhiaie come me».

La faccia di Rino ha molte altre qualità. «La mia faccia spesso parla», ha ammesso l’allenatore. E se quella vista in conferenza prima della doppia sfida con la Lazio era rassicuran­te («Sono tranquillo», aveva detto), se quella prima dell’Atalanta era nero cupo, questa mostra qualche preoccupaz­ione. Qualcosa in settimana è andato storto. Qualcuno non è andato a mille. Così Gattuso ha chiarito il concetto riunendo la squadra prima dell’allenament­o. E poi parlandone in conferenza. «Ho bisogno che tutti si sentano protagonis­ti. So che giocano sempre gli stessi ma spero di non vedere atteggiame­nti negativi perché serve l’aiuto di tutti. Chi non gioca spesso ha il muso lungo o perde entusiasmo, questa è la mia preoccupaz­ione maggiore in questo momento».

C’è stata la prima fase dell’esperienza di Rino al Milan. Bisognava che crescesse la conoscenza, tra lui e la squadra e tra gli stessi giocatori: ecco i colloqui personaliz­zati, le occasioni per fare gruppo; che migliorass­e la condizione fisica, ed ecco il cambio di preparazio­ne; che i giocatori avessero certezze, ecco il ritorno al 43-3 e la scelta di una formazione più o meno tipo. Ora siamo alla fase due: serve l’apporto anche di chi gioca meno e che, magari, può entrare a partita in corso (la cosa riesce bene a Cutrone, ed è la ragione per cui non parte titolare) o (Ansa) potrà diventare protagonis­ta nel prossimo mese, quando il Milan giocherà ogni tre giorni, ritorno di Coppa Italia e sedicesimi di Europa League compresi.

Oggi avrà la sua grande occasione André Silva: non gioca titolare in A dal 26 novembre (contro il Torino, l’ultima di Montella). Però è entrato bene nel finale con la Lazio e i dati di Milan Lab («Ora siamo più efficienti nell’analizzare i dati», ha detto Daniele Tognaccini alla rivista Fifa) dicono che sta particolar­mente bene. Servirà anche il suo fisico contro l’Udinese, che, con Oddo, in nove partite ha totalizzat­o 20 punti, meno solo di Napoli (22) e Juve (25). Servirà l’apporto di tutti: perché, anche se non si è Brad Pitt, con il muso lungo si è sempre più brutti.

Il richiamo L’allenatore rossonero: «Non voglio vedere atteggiame­nti negativi da chi gioca meno» Gattuso Siamo ancora brutti come Calimero Voglio tutti protagonis­ti Oddo Ci serve più coraggio, possiamo ridurre il gap tecnico con il Milan

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Mister 38 milioni André Silva giocherà titolare questo pomeriggio contro l’Udinese: l’attaccante portoghese, a zero gol in A, è costato 38 milioni
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