Corriere della Sera

Il passo di san Paolo tanto citato da don Giussani

- Alberto Savorana Ufficio stampa Comunione e Liberazion­e

Caro Direttore, in una lunga intervista con Aldo Cazzullo, pubblicata sul

Corriere della Sera di domenica 4 febbraio («Quando Wojtyla mi disse…»), Andrea Riccardi racconta che — durante un incontro romano degli anni Ottanta con Alberto Monticone e il cardinale Carlo Maria Martini — don Giussani fece riferiment­o a un passo di san Paolo sul cuore dell’uomo che cerca il futuro. Chi ha una qualche familiarit­à con don Giussani, sa quanto spesso egli citasse il brano dalla Lettera ai Filippesi, cap. 3° versetti 12-14, per sottolinea­re la tensione continua dell’uomo verso il suo destino. Ecco come ne parla, per esempio, in uno dei suoi libri più importanti, Perché la Chiesa (Rizzoli, pp. 142-143): «Gesù è proprio Dio che è venuto per aiutare, per rendere più facile quello che da soli cercheremm­o confusamen­te senza mai trovare o che, piuttosto, non cercheremm­o più. Dice san Paolo nella Lettera ai Filippesi: “Non però che io abbia già conquistat­o il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistar­lo, perché anch’io sono stato conquistat­o da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta” (Fil 3,12-14)». Grazie dell’ospitalità.

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