Domani su 7
Il valore dell’altruismo Perché fare del bene in un mondo di egoisti?
L’altruismo è una qualità fuori moda, vista con sospetto, poco
cool. L’egoismo gode di un’immagine migliore. Rivendicarsi egoisti attira simpatia, si fa la figura delle persone schiette e realiste, al contrario di quegli ipocriti dei «buonisti» tutti nobili sentimenti e pessime azioni. Ma la visione di un mondo dominato dall’egoismo, attorno alla quale si sono costruiti tre secoli di pensiero occidentale da Thomas Hobbes a John Rawls, sembra non corrispondere al vero. 7 in edicola domani propone un viaggio, dalla Finlandia a Parigi, al Baby Lab dell’Università di Yale, per capire quel che spinge molte persone ad aiutare istintivamente gli altri, fino a sacrificarsi per loro.
Perché l’infermiere britannico Hassan Zubier, nell’agosto scorso a Turku in Finlandia, invece di scappare come facevano tutti ha protetto la fidanzata e poi ha tentato di salvare un’altra donna accoltellata alla gola, mentre un terrorista lo colpiva alla schiena gridando Allah Akbar?
Perché la sera del 13 novembre 2015 Ludovic Boumbas mentre cenava ai tavolini della Belle Équipe a Parigi si è gettato davanti a una donna per proteggerla dalle pallottole dei terroristi, rimanendo ucciso al suo posto? E perché Franck Terrier, impiegato cinquantenne senza alcuna precedente propensione all’eroismo, il 14 luglio 2016 a Nizza si è lanciato con lo scooter all’inseguimento del Tir bianco che stava investendo decine di persone?
Scene da film, che contraddicono oltretutto il luogo comune di una civiltà occidentale in declino, in preda al ripiegamento narcisistico e all’egoismo, che non fa figli, non ha ideali, e che al martirio degli jihadisti sarebbe capace di rispondere solo con veglie e orsetti deposti sul luogo della strage.
Il filosofo francese Michel Terestchenko parla di «banalità del bene», completando la celebre formula di Hannah Arendt sulla banalità del male. E fa notare che gli esecutori di ordini scellerati così come le persone coraggiose danno entrambi la stessa spiegazione per i loro atti ignobili o magnifici: «Non potevo fare altrimenti», proprio come ha spiegato l’infermiere di Turku, da allora rimasto sulla sedia a rotelle. L’aspetto più affascinante di questi atti estremi di altruismo è che spesso non sono il frutto di educazione, visione morale o senso del dovere.
Al dipartimento di Neuroscienza sociale del Max Planck Institute di Lipsia, Tania Singer usa la risonanza magnetica per studiare le ragioni neurologiche e chimiche dei comportamenti sociali, ed è diventata un’autorità mondiale nello studio dell’empatia. A Lipsia, come anche all’Infant Cognition Center di Yale, molti test vengono condotti su neonati e bambini di pochi anni, che un altro luogo comune vorrebbe dominati dalla ricerca del loro proprio piacere. 7 ha indagato sull’istinto all’altruismo, e sulla possibilità che esista una forma più o meno automatica di interesse per il bene degli altri e non solo per il proprio, presente, potente e sincera almeno quanto l’egoismo.
I gesti L’infermiera che ferma il terrorista in Finlandia o l’impiegato lanciato contro il Tir di Nizza