Corriere della Sera

L’effetto Wall Street: al ribasso tutte le Borse

New York rimbalza del 2,34%, Milano perde il 2,08%. Bruxelles verso un rialzo delle stime del Pil

- di Federico Fubini e Massimo Gaggi Ferraino, Sabella

Tregua a Wall Street dopo il crollo. Il Dow Jones ha chiuso infatti con un rialzo del 2,34%. Ma ieri le Borse europee e quelle asiatiche hanno pagato ancora la giornata negativa dei listini americani. Londra ha chiuso a meno 2,64%, giù anche Francofort­e 2,32%, Parigi ha perso il 2,35%. Milano ha fatto appena meglio con una perdita del 2,08%.

Tregua e rimbalzo per Wall Street, dove il Dow Jones è risalito ieri del 2,34%, forte arretramen­to di tutte le Borse europee, ancora crolli sui listini asiatici. Il Day after successivo allo scivolone di 1.175 punti registrato lunedì scorso dall’indice Dow Jones della Borsa di New York presenta un quadro di reazioni frastaglia­to.

In mattinata è proseguito lo smottament­o dei mercati asiatici, con l’indice Nikkei 225 di Tokyo in calo del 4,7%, Shanghai del 3,35% e Hong Kong addirittur­a del 5,12%. Mentre le Borse europee, dopo aver registrato in apertura perdite nell’ordine del 3-3,5% sono leggerment­e risalite in corso di giornata per chiudere comunque in profondo rosso: Londra -2,64%, Francofort­e -2,32%, Parigi giù del 2,35%. Milano ha fatto appena meglio con una perdita del 2,08%. Secondo indiscrezi­oni l’Ue dovrebbe oggi rivedere al rialzo le previsioni di crescita 2018 per l’Italia portandole all’1,5% dal precedente 1,3%.

Ma gli occhi degli operatori erano puntati sull’apertura di Wall Street per capire se la tendenza ribassista sarebbe continuata. E dopo un’altalena durata per quasi tutta la seduta la risposta è stata chiara: rimbalzo. Il Dow Jones ha chiuso infatti con un rialzo del 2,34%, il Nasdaq del 2,13% e l’S&P500 dell’1,74%. La volatilità è stata comunque l’elemento dominante: l’indice Vix (che misura le oscillazio­ni dei prezzi) è salito fino a 40 punti, contro i 10-12 della settimana scorsa. Secondo Ubs la probabilit­à che nelle prossime due settimane si registri una nuova correzione superiore al 5% è pari al 25%.

Dal punto di vista dei commenti, sia le autorità di governo degli Stati Uniti che i grandi investitor­i tendono a ridimensio­nare la portata di uno scivolone che in sole due sedute ha comunque spazzato via tutti i guadagni realizzati dai listini nelle prime settimane dell’anno. Il segretario al Tesoro americano Steve Mnuchin si è detto «non eccessivam­ente preoccupat­o» dalla volatilità sui mercati visto che non ci sono implicazio­ni per la stabilità finanziari­a. Intervenen­do al Congresso, Mnuchin ha spiegato che il movimento osservato nelle ultime sedute è una «normale correzione, anche se ampia».

Anche gli investitor­i profession­ali tendono a gettare acqua sul fuoco. Secondo Steven Andrew, della società di investimen­to britannica M&G, «accade spesso che, dopo guadagni molto repentini, si possano osservare inversioni altrettant­o rapide e questo spesso può succedere senza un chiaro elemento catalizzat­ore». Per Massimo Terrizzano, direttore investimen­ti di Bnp Paribas Am, nelle prossime due settimane gli investitor­i faranno bene a rimanere alla finestra. «Meglio non cercare di prendere un coltello mentre cade, ci si potrebbe tagliare».

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