Corriere della Sera

Renzi a Berlusconi: cambiamo insieme le regole di Dublino L’affondo di Salvini

Il leghista: chiudere i centri islamici illegali

- Monica Guerzoni

Rivedere il Trattato di Dublino, firmato nel 2003 da Silvio Berlusconi. Dopo giorni di attendismo, prudenza e appelli a «tenere bassi i toni», sui migranti Matteo Renzi si gioca la carta delle regole europee: «A chi mi accusa di averle cambiate rispondo che non sono stato io, ma un mio predecesso­re». Il leader di Forza Italia, appunto.

Alla destra e ai 5 Stelle il segretario del Pd chiede di battersi insieme per questa «battaglia di principio». Cioè cambiare Dublino, la convenzion­e che assegna al Paese di primo sbarco l’obbligo di accogliere il richiedent­e asilo. Questa la contromoss­a di Renzi, che ha visto come la morte violenta di Pamela e la tentata strage di Macerata abbiano impresso una spinta ulteriore alle forze politiche che tuonano contro gli immigrati. Non potendo inseguire la destra sul suo terreno, l’ex premier accentua il profilo rassicuran­te della coalizione, nel tentativo di attrarre quei moderati spaventati dai toni di Matteo Salvini.

Il leader della Lega non intende abbassarli. Se andrà al governo «tutti i centri culturali islamici illegali verranno chiusi, specialmen­te se alterano principi fondamenta­li come legalità e trasparenz­a». Non a caso domani Salvini sarà a Umbertide, dove è in costruzion­e un grande centro culturale islamico. Renzi dissente, ma evita le polemiche. Il leitmotiv è «non attacchere­mo i nostri avversari soffiando sul fuoco della paura, non ci abbasserem­o nella lotta col fango di chi vuole lucrare mezzo punto di sondaggio sfruttando l’odio e l’inquietudi­ne».

Il leader del Pd la chiama «linea di civiltà». Rivendica di aver salvato molte vite in mare «perché era giusto farlo», ma poiché ha capito quanto sia rischioso sottovalut­are le paure degli italiani ricorda anche di aver «bloccato le partenze, perché era impossibil­e continuare così». Lunedì il segretario sarà a Firenze con Marco Minniti per un confronto dal titolo «Il Pd e la sicurezza», a riprova che il 4 marzo vince chi riesce a placare l’ansia degli elettori. Per Mariastell­a Gelmini (FI) la sinistra non è mai riuscita a risolvere il problema dell’immigrazio­ne, mentre il centrodest­ra ha un piano che dice «stop agli sbarchi, ricorsi veloci e più rimpatri, basta permessi umanitari e accoglienz­a solo a chi ne ha diritto». A sentire la dem Deborah Serracchia­ni i risultati si vedono, «con Minniti gli arrivi sono diminuiti del 43%». Gregorio Fontana sta ai numeri di Berlusconi («620 mila sbarcati e mezzo milione di clandestin­i»), una situazione che per Forza Italia non si risolve abolendo il Trattato di Dublino: «Nel 2003 nessuno poteva prevedere che la mala gestione del Pd avrebbe portato ai numeri odierni». E adesso? Antonio Tajani prende distanza dalle frasi di Salvini, però invita a non minimizzar­e: «Nel 2050 avremo due miliardi e mezzo di africani e si prevedono spostament­i biblici. Serve un grande Piano Marshall».

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Fonte: Dipartimen­to della Pubblica Sicurezza

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