Corriere della Sera

«I cyberattac­chi si ripeterann­o per influenzar­e l’esito del voto»

- M. Cas.

Andrea Stroppa ha 23 anni, è un informatic­o tra i più quotati in cyber sicurezza. La sua società è stata consulente di Matteo Renzi, con cui collabora ancora.

Pronti, via. Al primo giorno di campagna elettorale il numero di cellulare di Renzi è online.

«Era un numero vecchio, non ci sono dati sensibili tra quelli trafugati».

Il sito del Pd è al sicuro?

«Dipende da chi ti vuole violare. Se è un singolo hacker, allora sì, è al sicuro. Se dietro c’è uno Stato straniero o una organizzaz­ione criminale, nessuno può sentirsi al sicuro».

Perché violare il sito di un partito?

«Per mille ragioni, sia politiche sia economiche. Attraverso le “custom audience” di Facebook si possono fare campagne mirate sulle persone i cui dati sono stati violati, per esempio».

Una campagna di disinforma­zione?

«Certamente. Oppure una campagna pro Pd, che spinge chi è già elettore di questo partito a cliccare su un link. In questo modo si fanno tanti soldi. È tutto già accaduto durante le elezioni americane».

Vi aspettate cyberattac­chi in questa campagna elettorale?

«Sì, certo. C’è confusione, e in questo mare magnum si infilano gruppi per influenzar­e l’esito delle elezioni».

Non c’è controllo?

«Vedo raid e perquisizi­oni della polizia in casa di un ex barbiere colpevole di aver fatto un fotomontag­gio della presidente Boldrini e non vedo nulla per fermare la propaganda organizzat­a che lavora per alterare l’esito delle elezioni».

In realtà, un recente report della Reuters spiega che l’esposizion­e alle fake news è ridotta, in Italia.

«Lo studio non mi convince. È affidato a una società americana e si basa su stime. Che in un mercato piccolo come quello italiano valgono poco».

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