«Casaleggio se la prende con chi voleva solo aiutarlo»
David Puente ha 34 anni, è un informatico, ex dipendente della Casaleggio e Associati e oggi si occupa di debunking, cioè smaschera bufale online. È molto arrabbiato con i vertici 5 Stelle. «Attaccano un ragazzo che dovrebbero solo ringraziare».
Prego?
«È un white hat, un hacker “buono”. Non ha rubato nulla, né rivelato segreti. Ha solo messo in guardia la Casaleggio dei molti buchi che ha Rousseau, la loro piattaforma. Davide Casaleggio invece vuole sapere chi sono stati i mandanti dell’operazione. Usano il ragazzo per sviare dalla loro incapacità a garantire la sicurezza del sistema».
Anche il sito Pd è stato violato.
«Non quello nazionale. C’è una bella differenza».
C’è sottovalutazione degli attacchi hacker da parte dei politici?
«Non solo da parte loro. In Italia c’è un problema enorme di attenzione ai temi informatici: non abbiamo esperti in grado di fronteggiare le emergenze. I partiti non capiscono nemmeno quali siano i pericoli di un’intrusione».
Ce lo spiega?
«Mettere nelle mani di malintenzionati i dati personali di iscritti e simpatizzanti a un partito è un problema che riguarda tutti, e che chi li detiene dovrebbe in massimo modo proteggere».
La Casaleggio è una società di consulenza per le strategie digitali. Non le pare strano accusarla di poca attenzione a questi temi?
«Il software sul quale gira Rousseau è obsoleto, prendono in giro i propri iscritti dicendo loro che va tutto bene e che i loro dati sono al sicuro: non è vero. E soprattutto se la prendono con un bravo ragazzo e non cercano Rogue0, l’hacker che davvero, nello scorso agosto, ha violato la piattaforma».
È scomparso nel nulla?
«Per ora. Ma lo individuerò. A costo di non dormirci la notte».