Questione corsa, sfida decisiva alla linea Macron
Emmanuel Macron è protagonista su tutti i fronti della politica europea e internazionale: vuole rilanciare l’Unione Europea, coltiva un rapporto personale con Donald Trump, si pone come mediatore tra Arabia Saudita e Libano, pratica il suo «dialogo esigente» con gli autocrati Putin e Erdogan, va in Cina a trattare l’apertura dei mercati alle nuove «Via della seta». In queste ore è chiamato, però, a una missione meno globale e ugualmente importante per il suo Paese, ovvero la soluzione della «questione corsa». Il presidente della Repubblica è andato nell’isola per commemorare il ventesimo anniversario dell’uccisione del prefetto Erignac da parte di un commando di indipendentisti corsi, e oggi pomeriggio a Bastia pronuncerà un discorso molto atteso: dovrà dire se pensa di accogliere le richieste dei nazionalisti e concedere una vera autonomia alla Corsica. L’occasione dell’anniversario è importante, perché l’assassinio di Erignac è stato il momento più feroce della lotta indipendentista e quello che ne ha segnato la fine nelle sue forme violente. Il movimento nazionalista da allora ha preso con decisione la strada democratica, non chiede l’indipendenza ma una maggiore autonomia, e su questa base ha vinto le ultime elezioni locali. Macron è chiamato all’appuntamento con la Storia. A mostrarsi innovativo e riformatore, anche rispetto alla vecchia tradizione giacobina e centralista della République.