Il progetto di «Intesa City», un nuovo quartier generale nell’area Expo a Milano
di Paola Pica
La Ca’ de Sass con le sue pareti bugnate resterà sempre uno dei simboli dell’istituto nato per iniziativa (anche) della Cariplo che quel palazzo -forziere nel centro di Milano lo fece costruire alla fine dell’Ottocento. Ma da poco più di dieci anni i poli della superbanca sono a tutti gli effetti due. E anzi la sede di Torino, che ha saputo dare alla città e all’intero gruppo Intesa Sanpaolo il grattacielo più «green» d’Italia, l’opera realizzata da Renzo Piano a Porta Susa, ha costretto il lato milanese ad aggiornare l’immagine e forse l’idea stessa di quartier generale.
Nasce (anche) su questa spinta virtuosa così il progetto «Intesa City», un luogo che l’amministratore delegato Carlo Messina immagina simile alla cittadella realizzata dal Banco Santander guidato da Ana Botin. Trasparenze architettoniche al posto delle segrete stanze. Siti ricreativi, di socializzazione e di produzione culturale, centri di formazione, accanto agli uffici del centro direzionale dove lo smart working non sarà un’eccezione. La contaminazione e anzi l’integrazione tra i momenti diversi della giornata e della vita delle persone è del resto già stata messa in campo da Intesa nelle nuove filiali ormai presenti in diverse città.
Per il gruppo impegnato nella nuova fase di sviluppo, si tratta anche di una razionalizzazione del patrimonio immobiliare (nel corso del piano d’impresa al 2021 le vendite potrebbero avere un valore stimato in 1,5 miliardi) e dunque di ulteriori risparmi. Intesa City dovrebbe sorgere nell’area dell’Expo o nelle sue immediate vicinanze: «Ci sono già delle opzioni», ha detto Messina. Nelle slide distribuite ieri il nuovo quartier generale è disegnato come ideale completamento dell’asse che parte dal grattacielo di Torino. Due poli collegati da soli 30 minuti di treno ad alta velocità.