Corriere della Sera

La fine di Jessica uccisa dal tranviere

Milano, la ragazza era in affitto a casa dell’uomo. Il tentativo dell’assassino di bruciare il corpo

- di Andrea Galli e Gianni Santucci

MILANO «Chiamo per avvertire che oggi non potrò venire al lavoro, non mi sento bene». Su Milano è ancora notte piena, pochi minuti prima delle 6; Alessandro Garlaschi, 39 anni, chiama l’azienda dei trasporti pubblici: fa il tranviere, lavora in Atm da più di dieci anni, guida sulla linea 15, e dovrebbe attaccare il turno alle 7 di ieri mattina. Quella telefonata gli serve per prendere tempo, provare a mettersi al riparo per qualche ora, almeno con l’azienda: perché in quel momento, prima dell’alba, il tranviere sta cercando di portar fuori dal suo appartamen­to il cadavere di Jessica Valentina Faoro, 19 anni.

Era una ragazza bella, bionda e con una vita disastrata, lontana dalla famiglia (come il fratello) fin da piccola, cresciuta in comunità, affidata ai servizi sociali. In quella casa di via Brioschi 93, periferia Sud della città, c’era entrata una decina di giorni fa, rispondend­o a un annuncio, cercava un posto dove stare e il tranviere le aveva offerto una stanza. Garlaschi l’ha uccisa qualche ora dopo la mezzanotte, con un coltello da cucina, l’ha colpita alla pancia e al petto, almeno cinque o sei volte: alla fine (è questa l’ipotesi principale) di un approccio sessuale.

Per molte ore, chiuso in quell’appartamen­to, il tranviere ha provato a far scomparire il corpo di Jessica Valentina: ha cercato di darle fuoco, con dell’alcol, poi di metterlo dentro un borsone, e per questo avrebbe fatto anche un iniziale scempio del cadavere (come se nella sua psiche ritornasse­ro le notizie dei giorni scorsi sulla morte di Pamela Mastropiet­ro, la ragazza di 18 anni fatta a pezzi e abbandonat­a in due trolley in provincia di Macerata).

Alla fine però, a metà mattina, intorno alle 11, Garlaschi ha chiamato il 112: «In casa mia c’è una ragazza ferita». Pochi minuti dopo le Volanti della polizia, guidate da Maria Josè Falcicchia, hanno «cristalliz­zato» la scena dell’omicidio.

Garlaschi è assunto in Atm dal 2004; nel 2013 la sua sede di lavoro è stata spostata perché una collega l’ha denunciato per stalking; in carriera ha accumulato un numero sproporzio­nato di incidenti sui mezzi e anche per questo l’inverno scorso, per circa 6 mesi, è stato sospeso dalla guida, classifica­to come «non idoneo» per problemi di salute; da un annetto era tornato sui tram. Personaggi­o schivo, i suoi profili social raccontano di un uomo alla continua ricerca di soldi con proposte di affari da pochi euro, sequenze infinite di annunci online per la vendita di biciclette, caschi da moto, bigiotteri­a, telefonini, e anche brevi subaffitti della casa. Ecco, in relazione a quest’ultima «attività» resta da chiarire quale sia il ruolo della moglie di Garlaschi: uscito dal suo palazzo tra gli insulti («bastardo», «devi crepare in galera»), l’uomo nel tardo pomeriggio è stato fermato per l’omicidio. La donna invece è rimasta a lungo in questura; l’altra notte sarebbe andata a dormire dalla suocera, rientrando soltanto di mattina, momento in cui avrebbe scoperto che il marito aveva ucciso la ragazza che ospitavano: su tutti questi passaggi sono in corso gli accertamen­ti della Squadra mobile, coordinata da Lorenzo Bucossi e dalla pm Cristina Roveda. Il tranviere, per ore, ha sostenuto di essersi «soltanto difeso», ha provato a dire che è stata «la ragazza a colpirlo per prima». Ha anche provato a mostrare un paio di ferite su una mano. La sua giustifica­zione non è credibile.

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 ?? (Photo Masi e Lapresse) ?? Vittima e omicida Jessica Valentina Faoro, 19 anni, e Alessandro Garlaschi, 39, conducente di tram a Milano
(Photo Masi e Lapresse) Vittima e omicida Jessica Valentina Faoro, 19 anni, e Alessandro Garlaschi, 39, conducente di tram a Milano
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