Corriere della Sera

Berlusconi e Salvini al duello sul condono

- Di Pierluigi Battista

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi divisi sul condono. Per il leader di Forza Italia serve una semplifica­zione nell’edilizia. «L’importate è che si cambino le regole attuali. Chi deve costruire una casa o aprire un’attività commercial­e, non dovrà più aspettare anni per permessi e licenze». Replica il leghista: le case abusive vanno abbattute. «Rilanciare l’edilizia è fondamenta­le ma dico no, fortemente no, a ogni ipotesi di condono per abusi edilizi». Nuovo attacco del segretario del Pd Matteo Renzi al Movimento 5 Stelle: programma copiato, interi passaggi ripresi anche da Wikipedia. Rispondono i pentastell­ati: usiamo i dossier, ma le proposte sono nostre.

Il mantra di questa campagna elettorale è: «Non faremo le grandi intese». Però, chissà perché, tutti ritornano sul tema, ossessivam­ente. Per la prima volta una campagna elettorale ha come baricentro non già, come dovrebbe essere naturale, la credibile ricerca di una maggioranz­a per formare un governo, bensì l’eventualit­à che non ci sia nessuna maggioranz­a per formare un governo, a meno di alleanze che però, a comizi aperti (si fa per dire, non ci sono più comizi) devono restare interdette, maledette, negate fino all’ultimo minuto in cui le urne resteranno aperte. Da qui la fiera dell’ipocrisia, dei lapsus, del non dicibile che si trasforma nel detto male, delle negazioni che affermano e delle affermazio­ni che negano. Luigi Di Maio è arrivato sino a Londra per non farsi capire, sfiorando l’argomento «larghe intese» che Beppe Grillo considera alla stregua di una bestemmia, e da qui precisazio­ni, puntualizz­azioni, rettifiche. Implacabil­e nei talk show arriva la domanda: «Con chi farete alleanza?». Balbettii di risposta. Qualche volta fiere repliche: «Giammai, con nessuno». Affiora talvolta la reazione presuntuos­a: «Con chi è d’accordo con il nostro programma», che poi è molto usata dal M5S, probabilme­nte il primo partito, sicurament­e sotto il 50% dei voti e dei seggi per formare una maggioranz­a autosuffic­iente. Per la prima volta in una campagna elettorale si affaccia l’ipotesi del che fare in caso di mancate maggioranz­e. «Si torna a votare», dicono all’unisono Berlusconi e Renzi. Nessuno ci crede, ma tutti fanno finta di crederci. E del resto cosa possono rispondere a una domanda il cui sottotesto è: «Che farete se fallirete l’obiettivo di vincere». Nemmeno possono rispondere Renzi e Berlusconi, che è tutta colpa di una legge elettorale pazzotica, perché la legge elettorale l’hanno fatta proprio loro di comune accordo (con Matteo Salvini, a proposito di «mai con quello»). E dunque la finta avanza fino al 4 marzo. Larghe intese? Ma quando mai. Alleanze? Ma per carità.

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