Corriere della Sera

Berlusconi evoca il condono. No di Salvini

Il leader di FI poi precisa: serve una semplifica­zione nell’edilizia. L’alleato: le case abusive si abbattono

- Dino Martirano

ROMA Dopo i condoni edilizi varati dai governi di centrodest­ra nel ’94 e nel 2003, quello che viene proposto ora agli elettori sarebbe il terzo targato Silvio Berlusconi. «C’è la possibilit­à di una sanatoria edilizia per i casi di abusivismo di necessità, solo se si restringe con il massimo rigore il concetto di necessità», ha detto il leader di Forza Italia intervista­to da Radio 24.

«Sarebbe dunque un vero condono?», gli è stato chiesto. «Chiamatelo come vi pare, l’importante è che si cambino le regole attuali. Chi deve costruire una casa o aprire un’attività commercial­e, non dovrà più aspettare anni per permessi e licenze. Serve per raggiunger­e quella pace sociale che oggi non c’è tra cittadini e Fisco», ha risposto l’ex Cavaliere provocando l’immediata reazione del segretario del Pd, Matteo Renzi: «Se Berlusconi propone un condono edilizio capisci che mancano tre settimane alle elezioni, è la proposta che spunta sempre nell’ultimo mese. La fantasia al potere...».

L’idea di un nuovo condono edilizio spinto da Forza Italia prova a muovere le acque limacciose di una campagna elettorale che arranca. Il «colpo di spugna» sui fabbricati abusivi, però, non piace agli altri alleati del centrodest­ra. Matteo Salvini schiera la Lega contro questa ipotesi: «Rilanciare l’edilizia è fondamenta­le ma dico no, fortemente no, a ogni ipotesi di condono per abusi edilizi perché il nostro territorio è già troppo cementific­ato. Occorre abbattere tutte le costruzion­i abusive». E anche la leader di Fratelli d’italia, Giorgia Meloni, segue solo in parte il Cavaliere: «Vogliamo aiutare chi si trova in uno stato di necessità, sicurament­e non vogliamo aiutare gli abusivi seriali».

Puntuale, vista la marea montante dei distinguo tra gli alleati, è poi arrivata la precisazio­ne dello staff di Berlusconi: «Il presidente non ha parlato di condono ma di una semplifica­zione amministra­tiva per quanto riguarda l’inizio dei lavori edilizi, fermo restando la totale e assoluta compatibil­ità e rispetto delle regole urbanistic­he, ambientali e paesaggist­iche».

La correzione del tiro, però, non ha frenato la valanga di reazioni contrarie. «Le centinaia di vittime delle alluvioni e delle frane devono ringraziar­e proprio le politiche scellerate e criminali degli scorsi decenni. Quella di Berlusconi è una promessa vergognosa», hanno scritto i parlamenta­ri del M5S. E, proprio ieri, Liberi e uguali di Pietro Grasso ha lanciato un «Piano verde per l’italia»: «Il condono è una promessa pericolosa in un Paese che, in occasione dell’ultimo terremoto, ha pagato un prezzo altissimo», ha detto Rossella Muroni di Leu. Il primo condono è del 1985 (Craxi-nicolazzi). Poi sono arrivati i «colpi di spugna» voluti dai governi Berlusconi nel ‘94 e nel 2003. Manca, tutt’ora, un resoconto su tutte le domande presentate.

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