La strage silenziosa dei difensori della Terra Dalle Ande all’africa 197 omicidi nel 2017
IL DOSSIER AMBIENTALISTI UCCISI
rurali che difendeva i contadini cacciati dalle proprie terre a causa dei narcos e delle bande paramilitari d’estrema destra. Ha documentato omicidi e sparizioni, denunciato gli squadroni della morte, cercava di ricostruire la pace dopo decenni di guerra civile. Le hanno teso un agguato nel gennaio dell’anno scorso e l’hanno freddata assieme al marito.
Nel 2017, in Colombia sono stati uccisi 32 attivisti, in Messico 15, in Brasile 46 ma si registrano morti anche in Perù, Guatemala, Honduras... In Amazzonia continua il massacro degli indigeni che lottano per i propri territori ancestrali, come i «guardiani di Guajajara», sostenuti dall’ong Survival International, che da tempo ricevono continue minacce di morte dai taglialegna per la strenua difesa di Arariboia, un’isola di verde in mezzo a un mare di deforestazione. Tre «guardiani» sono stati uccisi nel 2016: Cantidio Guajajara è stato investito da un camion dei taglialegna, Assis Oliveira Guajajara è caduto in un’imboscata, picchiato, pugnalato e gettato in un fiume, Alfonso Guajajara è stato freddato in strada. Delitti spesso impuniti. Come accade in altre parti del pianeta.
Essere guardiano di parchi resta uno dei mestieri più pericolosi al mondo (21 omicidi nel 2017) e la Repubblica Democratica del Congo è in assoluto il posto più pericoloso per fare il ranger. Ne sono
Anche qui, contadini e indigeni rischiano quotidianamente la vita opponendosi alle mega-piantagioni di soia o palma da olio e alla deforestazione selvaggia che vuol far spazio a pascoli per il bestiame. Nel bollettino di morte finiscono però anche avvocati e attivisti. Il caso forse più agghiacciante è quello di Mia Mascariñas-green. Due sicari hanno affiancato il suo Suv e hanno sparato 28 colpi. Mia, che seguiva diverse cause ambientali di alto profilo, è morta sul colpo. Sui sedili posteriori c’erano i suoi tre figli piccoli, miracolosamente illesi.
In questo quadro deprimente, la ong Global Witness evidenzia però alcuni (pochi) dati positivi. Il numero degli attivisti morti, che cresceva da quattro anni, nel 2017 è rimasto stabile. Honduras e Nicaragua, Paesi notoriamente violenti, hanno registrato un calo degli omicidi. E un’importante banca d’investimenti olandese, la Dutch Development Bank, che aveva finanziato una diga in Honduras contro la quale si batteva l’attivista Berta Caceres, uccisa da killer, ha annunciato che nei suoi investimenti futuri terrà conto del rispetto dei diritti umani.
Il geografo
Pochi giorni fa, è stato assassinato Esmond Martin, il «cacciatore» di trafficanti d’avorio