Corriere della Sera

«L’uranio ha seminato morti» La Difesa replica: inaccettab­ile

Roma, scontro sulla relazione della Commission­e d’inchiesta. Esperti divisi

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ROMA Veleni e polemiche: i primi sono quelli sprigionat­i dall’uranio impoverito e da altre sostanze dannose contenute nelle bombe e nelle munizioni, le seconde sono quelle innescate dalla relazione finale della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sull’uranio impoverito, approvata ieri con 10 voti a favore e 2 contrari. Il documento denuncia «sconvolgen­ti criticità» nel settore della sicurezza sul lavoro dei militari «in Italia e nelle missioni all’estero, situazione che ha contribuit­o a seminare morti e malattie». Solo nella Marina la commission­e ha accerto 1.101 casi di patologie o di morti per malattie legate all’amianto.

Il testo finale, illustrato dal relatore Gian Piero Scanu, del Pd, contiene critiche alla magistratu­ra penale per la mancanza di «interventi sistematic­i» e afferma che «nell’amministra­zione della Difesa continua a diffonders­i un deleterio senso di impunità» accompagna­to dal «negazionis­mo» dei vertici militari, atteggiame­nto in qualche maniera incoraggia­to dagli «assordanti silenzi generalmen­te mantenuti dalle autorità di governo». Secondo quanto emerso nel corso dell’inchiesta, i militari troppo spesso si trovano a operare in condizioni di rischio, esposti al contatto con uranio, amianto e altre sostanze nocive, mentre nei poligoni militari della Sardegna è stata accertata la presenza di «discariche non controllat­e». Inoltre, «gli esperti hanno riconosciu­to il nesso fra l’esposizion­e all’uranio impoverito e l’insorgenza di tumori». «Invieremo il testo alla Procura di Roma», ha poi annunciato Scanu.

Lo Stato maggiore della Difesa ha replicato definendo le accuse «infondate e inaccettab­ili», «abbiamo sempre tutelato la salute dei militari offrendo la massima collaboraz­ione alle attività di inchiesta». Fratelli d’italia ha parlato invece di «commission­e farsa». Giorgio Trenta, dell’associazio­ne italiana di radioprote­zione

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