Corriere della Sera

Il verdetto su Sabaudia Comune battuto, le dune restano ai proprietar­i delle ville

- Di Paolo Fallai Corriere della Sera (Olycom) (Sestini) CDS (Ipa)

Gli intellettu­ali Alberto Moravia sulla spiaggia di Sabaudia nel 1977: la frequentav­ano anche Pasolini, Arbasino, Antonioni La vicenda

● La Cassazione ha stabilito che il Comune di Sabaudia non può accampare nessun diritto di proprietà sulle dune di macchia mediterran­ea dove negli anni sono state costruite molte ville dei vip

● Il regime fascista, con regio decreto, aveva costituito il Comune pontino prendendo pezzi di territorio dai Comuni limitrofi ma non il relativo patrimonio

● Per questa ragione il Comune di Terracina aveva il diritto di vendere nel 1952 i fondi di Ponte, Pantanelli e i tumuleti del lago di Paola

● La Suprema corte ha messo così fine a un contenzios­o che dura da quando, nel 1962, l’amministra­zione locale chiedeva la restituzio­ne dei terreni ai proprietar­i di ville e resort C’ è la storia d’italia a Sabaudia, tra le dune, eriche, lentischi, ginepri, il profilo misterioso e severo del Circeo e un mare di carte bollate. Ora la Cassazione sembra aver scritto l’ultima parola nello scontro decennale tra il Comune di Sabaudia, quello di Terracina e una piccola folla di proprietar­i di ville — tutti noti quasi quanto la spiaggia come Francesco Totti e Giovanni Malagò, la famiglia Fendi e i Volpi di Misurata — costruite sui terreni che si supponevan­o demaniali, e che invece negli anni 50 erano stati ceduti ai privati. Come sia stato possibile e come sia andata questa «guerra» è ormai un tema letterario che si sposa con la storia stessa di Sabaudia.

Mussolini ne annunciò la costruzion­e il 5 agosto 1933, senza sapere con precisione dove sarebbe nata. Una pattuglia a cavallo dell’opera nazionale combattent­i risolse l’imbarazzo trovando adatto il luogo alle spalle del Lago di Paola e in appena 265 giorni Sabaudia venne costruita. Per la verità le maestranze sotto l’inflessibi­le comando del presidente dell’opera, Valentino Orsolino Cerulli, avrebbero anche finito prima se un gerarca geloso non avesse protestato perché la torre del Sul sito del video, gallery, e tutti gli aggiorname­nti e i commenti sulle notizie del giorno

Chi sono palazzo comunale di Sabaudia era più alta di quella di Littoria, oggi Latina. Mussolini acconsentì al rinvio, ma al di là della dedica ai Savoia, continuò sempre a preferirla a Littoria, la visitava spesso e promuoveva qui le sue adunate durante le quali celebrava «la battaglia del grano».

In realtà non c’è mai stata gara: Sabaudia e il suo avvenirist­ico progetto firmato da Gino Cancellott­i, Eugenio Montuori, Luigi Piccinato e Alfredo Scalpelli tutti aderenti al Movimento per l’architettu­ra Razionale guadagnò subito ammirazion­e, ispirando De Chirico. Nel dopoguerra questi ambienti incontamin­ati attirarono l’attenzione di chi poteva: la contessa Nathalie L’ex capitano della Roma e Ilary Blasi hanno una villa a Sabaudia Volpi di Misurata, moglie di Giuseppe, fondatore del festival di Venezia nel ‘32, (la coppa Volpi è dedicata a lui) volle qui la «sua» villa. Uno storico palazzo neoclassic­o con colonnato palladiano, 1.400 metri quadri e un parco di molti ettari, fu ultimata dall’architetto milanese Tommaso Buzzi nel 1960. Nel 2013 fece notizia la sua messa in vendita per 20 milioni di euro. Ma è ancora invenduta. Si trova anche su immobiliar­e.it «trattativa riservata». In compenso è uno dei set pubblicita­ri più usati.

La fortuna di Sabaudia non ha mai vissuto flessioni. Moravia e Pasolini la elessero come «luogo ideale». Il cinema l’ha sempre scelta da Totò sceicco di Mario Mattioli, a La voglia Il regista (qui in una foto d’archivio) ha casa sul lungomare MARCHE Roma ABRUZZO Sabaudia Napoli Mar Tirreno Il giornalist­a passa molto tempo in estate nella sua villa di Sabaudia matta di Luciano Salce, Amore mio aiutami di Alberto Sordi, a La villa del venerdì di Mauro Bolognini tratto da un racconto del 1990 di Alberto Moravia, fino a Il mio miglior nemico di Carlo Verdone del 2006 e Viva l’italia diretto da Massimilia­no Bruno del 2012.

È diventata il simbolo del turismo d’élite con Michelange­lo Antonioni, Monica Vitti e Alberto Arbasino. Secondo la leggenda la villa di Moravia fu tirata su in una sola notte all’alba degli anni 70. Accanto alle altre. Sull’onda del successo le ville si sono moltiplica­te e con gli artisti (Pino Daniele) sono arrivati i calciatori guidati da Totti, e un’infinita lamentazio­ne sugli sbocchi a mare impediti dalle proprietà private affacciate su una spiaggia ritenuta pubblica.

Il resto, fino a oggi, sono i dolori di una modernità che non sopporta il turismo riservato ai pochi ma lo pretende di massa: traffico, abusivismo e speculazio­ni commercial­i. I condoni dell’85, ‘94 e 2003 hanno prodotto circa 12 mila pratiche. Dieci anni fa il presidente della Riserva del Circeo parlò di oltre 3.500 abusi edilizi tra San Felice Circeo e Sabaudia, 1 milione e 200 mila metri cubi fuorilegge, violazioni residenzia­li e commercial­i anche in spiaggia, con chioschi trasformat­i in ristoranti. Inviò un dossier al prefetto di Latina. Altri tempi.

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