Corriere della Sera

LA LONDRA DELLA BREXIT SORRIDE CON LE SPICE GIRLS

Caro Aldo, il gruppo delle Spice Girls tornerà a riunirsi, segno che l’atmosfera anni 90 tornerà a rivivere. Le Spice Girls non hanno cambiato la musica, ma i loro motivetti sono un manifesto allegro di un decennio musicale.

- Romolo Ricapito, Bari

LCaro Romolo, e Spice Girls furono uno dei simboli della Londra che tra la fine dei Novanta e i primi anni Duemila tornò a essere swinging. Victoria, la Posh Spice (vale a dire sofisticat­a, anche se in un film dei Vanzina veniva definita «sciampista»), sposò non a caso un altro simbolo di un tempo allegro e un po’ frivolo, David Beckham. E poi: il Manchester United e Robbie Williams. La fiaba globale di Harry Potter e i raffinati romanzi di Ian Mcewan. Il ciuffo di Hugh Grant. Gli emiri arabi e gli oligarchi russi, Abramovic contro Berezovskj, spie e omicidi con il veleno. La morbidezza di Kate Winslett e la magrezza di Keira Knightley. La City che compra Piazza Affari e Briatore che si trasferisc­e, come pure Valentino Rossi inseguito dal fisco. Kate Moss. Il Millennium Dome, il London Eye, i vecchi docks sul Tamigi riconverti­ti in case per borghesi bohémienne. Tutti i miti letterari inglesi in quegli anni sono diventati film: «Narnia», «Alice nel paese delle meraviglie», «Jack lo Squartator­e», «Sherlock Holmes», «Frankenste­in», «Orgoglio e pregiudizi­o» e ovviamente Shakespear­e (lo splendido «Shakespear­e in love» di John Madden vinse sette Oscar nel 1999). Colin Firth, umiliato da Bridget Jones, si prese la rivincita dieci anni dopo conquistan­do la nuora in «Matrimonio all’inglese». Emma Thompson e Liz Hurley non erano mai state così belle, Elisabetta I aveva il volto di Cate Blanchett (da giovane) e di Judi Dench (da anziana), Elisabetta II veniva messa in scena nei giorni della morte di Diana — «The Queen» — e Vittoria negli anni di formazione — «The young Victoria» —; e «Notting Hill» non era più solo un quartiere ma un film. Londra è stata la capitale della cultura giovanile, del teatro, della musica — Oasis, Radiohead, Blur — , della pubblicità — Saatchi &Saatchi —, del design — Sir Terence Conran —, del linguaggio. I migliori vi si trasferiro­no: l’australian­o Murdoch, l’americana Gwyneth Paltrow, il friulano Capello. Damien Hirst diventava l’artista più noto del pianeta, Lewis Hamilton vinceva il Mondiale di Formula 1 a 23 anni, Alexander Mcqueen innovava l’alta moda, prima di morire suicida. Ora che si dibatte tristement­e di Brexit e la sterlina è crollata, un po’ di nostalgia è inevitabil­e.

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