Scuola, contratto verso il rinnovo
C’è uno strumento molto utile che gli enti locali possono utilizzare per avere più risorse: il proprio patrimonio immobiliare. Di cui si è spesso parlato con accezione negativa, da «Affittopoli» in poi. Eppure, in Italia, ci sono Comuni che con i loro immobili riescono persino a guadagnarci. Garantendo per ogni cittadino un reddito pro capite annuo che arriva fino a 40 euro.
Sono questi i dati analizzati da Fondazione Etica per il suo «Rapporto Rating pubblico dei Comuni» (in uscita a marzo) che ha studiato la rendicontazione dei Comuni sui beni immobili e la capacità di gestirli in termini di saldo fitti attivi e fitti passivi. Il risultato è tutto in una classifica che misura anche la capacità gestionale delle amministrazioni. «Quello del patrimonio immobiliare pubblico è un tema importante — spiega Paola Caporossi, direttore di Fondazione Etica — che diventa d’attualità sono in occasione di scandali come quello scoppiato a Roma sugli affitti agevolati concessi su immobili comunali di pregio, con conseguente discapito per le entrate pubbliche. Ma ci sono anche Comuni virtuosi». Come Treviso che riesce a guadagnare per ogni cittadino quasi 40 euro all’anno mettendo a reddito il proprio patrimonio Chi è
(nella foto, il direttore Paola Caporossi), diversi Comuni riescono a gestire i propri immobili guadagnando
● Treviso guadagna per ogni cittadino quasi 40 euro all’anno. Seguono Cuneo e Brindisi. Saldo negativo per Parma, Cosenza e Siracusa immobiliare. Ma sono positivi anche i saldi di Cuneo e di alcuni Comuni del Centro Sud come Brindisi, Teramo e Potenza. Brindisi è tra l’altro una delle poche amministrazioni locali che su questo tema fa della trasparenza una questione essenziale. Se infatti i Comuni sono obbligati, per legge, a pubblicare l’elenco dei terreni e dei fabbricati posseduti, alcuni si limitano a fornire un mero elenco di beni con elementi informativi insufficienti.
Senza ad esempio, la destinazione (abitazione, ufficio, etc.), l’effettivo utilizzo (asilo, deposito, etc.), la superficie, il valore. «Lo fanno in pochi — conferma Caporossi — eppure sono tutte informazioni importanti per la trasparenza. Alcuni, come il Comune di Fiumicino, non sanno neanche quanti immobili hanno e devono ancora fare il censimento». Un terzo dei Comuni del campione non ha adempiuto correttamente alla norma. Aosta non pubblica dati aggiornati, Salerno non rende noti i
Dcanoni passivi di locazione, così come Siracusa. Frosinone, invece, non pubblica i dati di locazione attiva e Udine riporta dati non del 2015, limitandosi a quelli 2013 e 2016. Lo stesso discorso vale per Imperia e anche per Trento, che alle 14.30 di oggi ad oltranza. Fino alla firma. Per il mondo della scuola potrebbe essere la volta buona. Tutti i sindacati sono stati convocati nel pomeriggio dall’aran per discutere il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca, scaduto da quasi dieci anni. Aperti alla trattativa Cgil, Cisl e Uil, che vogliono soprattutto «superare le rigidità della legge 107 (la Buona scuola, ndr)». Più pronti alle barricate Usb e Cobas che hanno già annunciato uno sciopero nazionale per il 23 febbraio. Sul tavolo, il ruolo dei sindacati, l’aumento mensile di 85 euro medi, la mobilità. (c. vol.)