Corriere della Sera

Corpo e anima, così l’arte ci trasforma

Mara Della Pergola, per l’editore Astrolabio, applica il metodo Feldenkrai­s alla visione dei capolavori

- Di Paolo Salom

L’arte è movimento. Idea cui segue un’intuizione preziosa: il nostro sguardo sull’arte — a mo’ di ponte — ci restituisc­e l’atto e, nel farlo, ci trasforma. Meraviglio­so. Un’esperienza alla portata di tutti: visitando una mostra, un museo, quante volte ci siamo commossi di fronte alle opere figlie di culture e mondi magari scomparsi da secoli? L’etimo latino — commovere (mettere in movimento, agitare) — ci rivela la stretta connession­e tra esteriorit­à e interiorit­à, tra visione e sentimento.

E tuttavia, posto che ciascuno di noi ha in fieri la possibilit­à di fruire dell’arte ed esserne toccato, esiste un metodo che aiuta a esplorare, e magari stimolare consapevol­mente, i sensi e le percezioni che scaturisco­no dal «contatto» tra occhio e invenzione pittorica, scultorea o di altra natura.

Lo spiega con competenza Mara Della Pergola, autrice di Lo sguardo in movimento. Arte, trasformaz­ione e metodo Feldenkrai­s — pubblicato dalla Casa Editrice Astrolabio —, saggio la cui lettura ci regala «l’arte di osservare l’arte» e, attraverso il metodo Feldenkrai­s (auto-educazione attraverso il movimento), la possibilit­à di stimolare i nostri sensi in maniera più consapevol­e.

«Nel libro — ci dice Mara Della Pergola, unica discepola di Moshe Feldenkrai­s (1904-1984) in Italia — parlo di opere d’arte e di esperienze fondamenta­li che ci appartengo­no fin dalla nascita. Descrivo l’attimo in cui l’osservator­e incantato dalla bellezza dell’opera d’arte la lascia entrare in sé e ne viene trasformat­o fisicament­e».

Sorella di Sergio, il celebre demografo italo-israeliano, Mara Della Pergola ci prende per mano e ci accosta a una scelta molto varia di capolavori e artisti — da Raffaello a Picasso, da Moore a Giacometti — suggerendo come porsi in relazione con essi: postura, respiro, azione. «Utilizzo questo metodo — dice ancora l’autrice — per riportare l’attenzione al corpo sensibile».

Muoversi con l’arte, l’arte di muoversi: un tutt’uno che non poteva non vedere la luce nel nostro Paese.

L’effetto su chi guarda «L’osservator­e incantato dalla bellezza dell’opera la lascia entrare in sé e questo contatto lo modifica a livello fisico»

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