Corpo e anima, così l’arte ci trasforma
Mara Della Pergola, per l’editore Astrolabio, applica il metodo Feldenkrais alla visione dei capolavori
L’arte è movimento. Idea cui segue un’intuizione preziosa: il nostro sguardo sull’arte — a mo’ di ponte — ci restituisce l’atto e, nel farlo, ci trasforma. Meraviglioso. Un’esperienza alla portata di tutti: visitando una mostra, un museo, quante volte ci siamo commossi di fronte alle opere figlie di culture e mondi magari scomparsi da secoli? L’etimo latino — commovere (mettere in movimento, agitare) — ci rivela la stretta connessione tra esteriorità e interiorità, tra visione e sentimento.
E tuttavia, posto che ciascuno di noi ha in fieri la possibilità di fruire dell’arte ed esserne toccato, esiste un metodo che aiuta a esplorare, e magari stimolare consapevolmente, i sensi e le percezioni che scaturiscono dal «contatto» tra occhio e invenzione pittorica, scultorea o di altra natura.
Lo spiega con competenza Mara Della Pergola, autrice di Lo sguardo in movimento. Arte, trasformazione e metodo Feldenkrais — pubblicato dalla Casa Editrice Astrolabio —, saggio la cui lettura ci regala «l’arte di osservare l’arte» e, attraverso il metodo Feldenkrais (auto-educazione attraverso il movimento), la possibilità di stimolare i nostri sensi in maniera più consapevole.
«Nel libro — ci dice Mara Della Pergola, unica discepola di Moshe Feldenkrais (1904-1984) in Italia — parlo di opere d’arte e di esperienze fondamentali che ci appartengono fin dalla nascita. Descrivo l’attimo in cui l’osservatore incantato dalla bellezza dell’opera d’arte la lascia entrare in sé e ne viene trasformato fisicamente».
Sorella di Sergio, il celebre demografo italo-israeliano, Mara Della Pergola ci prende per mano e ci accosta a una scelta molto varia di capolavori e artisti — da Raffaello a Picasso, da Moore a Giacometti — suggerendo come porsi in relazione con essi: postura, respiro, azione. «Utilizzo questo metodo — dice ancora l’autrice — per riportare l’attenzione al corpo sensibile».
Muoversi con l’arte, l’arte di muoversi: un tutt’uno che non poteva non vedere la luce nel nostro Paese.
L’effetto su chi guarda «L’osservatore incantato dalla bellezza dell’opera la lascia entrare in sé e questo contatto lo modifica a livello fisico»