La Fifa si affida all’italia perché già al Mondiale la Var possa funzionare
In Russia la Var ci sarà, il tema a questo punto non è più il se, ma il come. Ruota tutto attorno a un inquietante interrogativo che non avrà risposta fino a giugno: gli arbitri saranno pronti? Il sì formale all’introduzione tocca all’ifab che il 3 marzo si riunirà per approvare o meno la più grande rivoluzione regolamentare della storia del calcio, ma dubbi non ce ne sono più: non passa settimana senza un’esplicita allusione da parte del presidente della federcalcio mondiale Infantino («sono fiducioso, è tutto pronto» ha assicurato ieri da Hanoi, Vietnam) anche se la prova più concreta dell’orientamento l’ha fornita lo stesso International Board un paio di settimane fa con un’inaspettata ammissione pubblica, qualcosa di simile a un «va bene funziona» pronunciato dopo le analisi statistiche delle sperimentazioni nei vari tornei fra cui la nostra serie A.
La Var, è la tesi dell’ifab, migliora il calcio e quindi va introdotta il prima possibile, e cioè già in Russia. Dove però, e questa è l’obiezione che circola in maniera sempre più diffusa, col fischietto e la bandierina ci saranno per la maggior parte arbitri quasi del tutto privi di esperienza specifica con lo strumento. Una perplessità che si origina da una considerazione elementare: se sbagliano ancora gli italiani che sono i più all’avanguardia, come se la caverà un saudita o un uzbeko? Un’immagine efficace l’ha trovata Sepp Blatter: «Il Mondiale come cavia». Il tema c’è ed è forte.
Tant’è che è stato affrontato anche fra i vertici arbitrali italiani dove qualche perplessità resta, proprio perché nessuno come noi sa quanto la Var sia preziosa ma allo stesso tempo complessa specie nella fase iniziale. I rischi insomma ci sono ed è qui che entra in gioco quello che nei palazzi del governo del calcio mondiale chiamano già «the italian job», l’affare italiano. Collina che è presidente arbitri Fifa, i nostri Rosetti e Rizzoli, Coverciano come laboratorio unico, i tre Var Orsato, Valeri e Irrati che guideranno i fischetti più a rischio: è a tutti loro che Infantino si affida per una battaglia dall’esito per niente scontato. Il concetto è: siete i migliori, avete carta bianca. Al Mondiale in qualche modo ci saremo: senza palla fra i piedi, comunque da protagonisti.
I timori sugli arbitri Decide l’ifab a marzo ma la domanda è: gli arbitri saranno pronti alla nuova tecnologia?