Fede vs. Fede Il derby privato dei due amici nati in viola
È una questione di Fede. Chiesa contro Bernardeschi, vecchi compagni, stasera rival i , domani magari di nuovo insieme ma con la maglia azzurra della Nazionale. Si potevano ri t rovare i n Russia, al Mondiale, se non fosse successo quello che è successo contro la Svezia. Invece, incroceranno gli sguardi dentro il Franchi in questo strano venerdì di passione in cui la Juve va a caccia del settimo scudetto di fila e la Fiorentina vuole ritrovare l a dignità perduta con il Verona.
Chiesa e Bernardeschi sono amici da tanti anni e nel sottopassaggio, prima di abbracciarsi e andare ognuno per la propria strada, ripenseranno a quello che è stato, ai lunghi anni dentro il settore giovanile curato dal professor Vergine. Erano due ragazzi come tanti, neppure i più bravi. La loro storia è molto diversa: il babbo di Berna faceva il marmista alla cava e il figlio ogni giorno si smazzava quasi 300 chilometri da Carrara sino a Firenze e poi ritorno. Chiesa è figlio d’arte, cioè di Enrico, e ha cominciato a giocare nella Settignanese a cui ha dato lustro Ferruccio Valcareggi.
Sono diversi anche in campo, ma accumunati dalla stessa lucida determinazione, che ha permesso a entrambi di emergere. Bernardeschi lo ha f at to a Crotone, i n s er i e B. Chiesa, invece, deve ringraziare Paulo Sousa. Pioli sognava di averli insieme e, se fosse successo, oggi la cl assifi ca della Fiorentina sarebbe diversa: « Ma sono contento di al l enare i l Federico che ha avuto la volontà e la voglia di stare con noi, con l’altro ho a v u to solo una te l e fo n a t a quando ormai non si poteva fare più niente » , ha raccontato il tecnico viola.
Allegri, sottile stratega, ha scelto di l anciare Berna nel suo vecchio stadio, dove sarà contestato: « Non è scappato, ha solo fatto una scelta professionale. È normale che i tifosi di Firenze gli urleranno
contro e proveranno a metterlo in difficoltà psicologica, ma Federico è un ragazzo tranquillo e sarà più forte dei fischi dello stadio».
Può essere l’uomo in più dei campioni. Sinora da titolare ha segnato 3 volte su 5 (i gol in tutto sono 4). Per lui è una specie di prova del fuoco, un esame per capire se dopo otto mesi è da Juve. Chiesa, invece, di gol ne ha fatti 5, l’ultimo bellissimo al Bologna, ma neppure uno a una grande squadra. Sbloccarsi con la Juve sarebbe una sorta di consacrazione per uno nato a Genova, ma fiorentino dentro.