La cronista aggredita dalla moglie del boss
Bari, l’inviata del Tg1 schiaffeggiata: «Stavo solo facendo il mio lavoro». Il sindaco: è inaccettabile
Uno schiaffo all’orecchio sinistro tanto forte da stordirla. Un gesto che, per molti aspetti, ricorda l’aggressione con cui Roberto Spada colpì a Ostia il giornalista Daniele Piervincenzi rompendogli il setto nasale.
Sono le 16.30 e Maria Grazia Mazzola, giornalista del Tg1, è a Bari in via Francesco Petrelli, quartier generale del boss 45enne Lorenzo Caldarola (ora in carcere) che controlla gli affari illeciti del quartiere Libertà. L’inviata della Rai, poco prima, aveva incontrato nella vicina parrocchia del Redentore don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. La giornalista stava conducendo un’inchiesta sulle baby gang e sull’educazione dei minori e aveva deciso di avvicinare Chi è ● Assunta nel 1993, nel 1997 è promossa inviata speciale al TG1 esponenti del clan Caldarola. Dall’abitazione sbuca la moglie del boss, Monica Laera, che grida: «Che cosa vuoi sapere?». Poi lo schiaffo e le urla e gli spintoni.
Scattano i soccorsi e si ripropone un copione già visto, in cui i giornalisti sono oggetto di aggressioni. «Ho fatto soltanto il mio dovere di cronaca — dice Mazzola all’uscita del pronto soccorso del Policlinico di Bari —, non sono stata insistente, perché sono sempre rispettosa di tutti. La moglie di questo mafioso mi ha aggredita. Viva l’informazione libera».
I legali della moglie del boss, Giancarlo Chiarello e Attilio Triggiani, smentiscono l’aggressione: «Due giorni fa è morta la nonna della signora e in casa la famiglia ancora vegliava la salma. La donna si trova in una particolare situazione emotiva». Il colpo al volto della giornalista? Il legale parla di un movimento involontario.
Bari è una città nel mirino delle mafie e proprio qualche ora prima il sindaco, Antonio Decaro, aveva lanciato l’allarme: «Per molto tempo si è rimasti fermi nella convinzione che in Puglia la criminalità fosse di tipo non organizzaquelle to». «Questa violenza è inaccettabile — aggiunge amareggiato Decaro dopo l’aggressione a Maria Grazia Mazzola —, noi non voltiamo la testa dall’altra parte». È la Puglia dei 139 clan in 115 città che non può più ignorare il fenomeno.
Tra i primi a incontrare la giornalista in ospedale c’è il direttore dell’oratorio dei Salesiani, don Francesco Preite. Un combattente in una terra difficile: «Sono amareggiato, tanti giovani si vogliono riscattare e per questo avevamo incontrato don Ciotti. E invece ci sono i soliti adulti che distruggono tutto». Mazzola ha ricevuto anche la visita del procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, del pubblico ministero di turno, Baldo Pisani, oltre a I fatti
● L’inviata del TG1 Maria Grazia Mazzola è stata presa a schiaffi dalla moglie di un boss al rione Libertà, zona a rischio di Bari
● La giornalista è stata portata al pronto soccorso del Policlinico cittadino del capo della squadra mobile della Questura, Annino Gargano, che conducono le indagini, e dei rappresentanti di Libera.
Solidarietà arriva da Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, che chiarisce: «Le mafie non tollerano chi informa l’opinione pubblica raccontando la realtà criminale del Paese. L’informazione e i giornalisti d’inchiesta alleati preziosi nella battaglia contro la criminalità organizzata». In serata il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha chiamato il direttore del Tg1 per esprimere solidarietà e condannare la brutale aggressione.
Solidarietà
Il messaggio di Rosy Bindi. Il premier chiama il direttore del telegiornale