«La vita a Zara e la fabbrica di maraschino Poi lo zio sparì»
Franco Luxardo, 82 anni, è stato uno dei fortunati che ce l’ha fatta, ma nella sua Zara, da cui partì a 7 anni nell’agosto 1943 perché aveva bisogno di cure in Italia, ha lasciato il cuore. E un pezzo di identità. «La mia famiglia — racconta Franco Luxardo, che è succeduto a Ottavio Missoni nella presidenza dell’associazione dalmati italiani nel mondo — era radicata a Zara dal 1817. Producevamo il maraschino, un’attività che con enormi sacrifici mio padre ha ricreato nel dopoguerra a Torreglia, in provincia di Padova. Poi venne l’8 settembre e cominciarono le violenze. Tra la fine del 1943 e il ‘44 Zara venne bombardata 54 volte dagli americani, che su indicazione dei titini volevano colpire un sopravvalutato insediamento militare tedesco. Il primo novembre 1944 entrarono in città i partigiani di Tito e nella comunità dei 25 mila italiani cominciarono i lutti, che colpirono anche la nostra famiglia. Mio zio Piero, 54 anni, fu arrestato e dopo pochi mesi sparì: quando lo andarono a prendere lasciò l’orologio ai compagni di pagliericcio dicendo di consegnarlo alla moglie e al figlio; poi di lui non si seppe più nulla. Mio zio Nicolò, arrestato sull’isola di Selve, sparì con la moglie Bianca Ronzoni, milanese, durante un trasferimento in mare». I partigiani di Tito fucilarono circa 150 italiani dopo l’ingresso a Zara. «Il piano era chiaro fin da subito — continua Luxardo —. Confiscare i beni degli italiani, compresa la nostra azienda». Così, dei quattro fratelli della famiglia Luxardo, quarta generazione di industriali, era rimasto solo il padre di Franco, Giorgio, poiché l’altro fratello, Demetrio, era scomparso prima. Giorgio si salvò perché era sotto le armi in Italia. Il Giorno del Ricordo, che si celebra dal 2004, è una conquista per chi come Franco Luxardo coniuga il sentimento di italianità al forte senso delle origini. Per questo dal 2004 fa incontri nelle scuole per trasmettere la memoria di un trauma nazionale. Resta una ferita aperta che vorrebbe sanare. È la consegna della medaglia d’oro al valor militare al gonfalone della città italiana di Zara. «Quella medaglia non ci è stata consegnata nel 2004 per le proteste croate, forse i tempi sono maturi per toglierla dal cassetto in cui è dimenticata». Foibe