Il pensiero, la vita e la fine della vita Su «la Lettura» le domande assolute
Le domande assolute, le più difficili della nostra esistenza, quelle che riguardano la vita e la morte, ma anche i limiti e le caratteristiche della conoscenza umana, oppure il rapporto tra letteratura e realtà incarnato e raccontato dagli scrittori: sono solo alcuni degli argomenti che rendono particolarmente intenso il nuovo numero de «la Lettura», il #324, che sarà in edicola fino a sabato 17 febbraio.
In apertura del supplemento, troviamo una testimonianza toccante narrata dallo scrittore Angelo Ferracuti: con delicatezza estrema, l’autore racconta l’irraccontabile, il «momento che cambia tutto»: il «fine vita» di un malato terminale, l’esperienza di chi sceglie di morire e della famiglia che si stringe attorno a lui. Ferracuti fa entrare il lettore nella casa di Alessandra Sasso, il cui marito Fabrizio, malato inguaribile, ha scelto di morire in Svizzera. E accompagna il racconto del dolore e dell’ultimo viaggio di Fabrizio, rievocando in contemporanea la perdita della moglie Patrizia. La vicenda raccontata con rispetto e commozione è accompagnata dall’articolo di Chiara Lalli sulla legislazione svizzera riguardo al suicidio assistito e da approfondimenti sulle nuove norme italiane sul «testamento biologico».
Molte storie su «la Lettura» sono dedicate alla ricerca più avanzata: Alessia Rastelli intervista lo scienziato cognitivo Steven Sloman, che con il collega Philip Fernbach ha scritto L’illusione della conoscenza (Raffaello Cortina Editore). Un saggio che rivede il concetto di intelligenza e aiuta a capire il modo in cui pensiamo, ad esempio illudendoci di sapere molto più di ciò che conosciamo in realtà. O di essere dei pensatori individuali, mentre molte nostre conoscenze sono attinte dal ragionare insieme ad altre persone. Altre notevoli scoperte sono quelle di cui scrive Giorgio Manzi, sul significato di un importante ritrovamento paleontologico: una mandibola che anticipa di 50 mila anni la diffusione dell’homo sapiens dall’africa al resto del mondo. Nell’intervista di Stefano Montefiori, inoltre, il medico americano Robert H. Lustig, autore di un saggio appena uscito negli Stati Uniti, illustra la differenza tra «piacere», dominio della dopamina, e «felicità», governata dalla serotonina. Da leggere, per capire come lo stimolo continuo del «piacere della ricompensa», tipico dei nostri tem- pi, scateni dipendenza e un «piacere a corto raggio» a scapito di una più solida serenità.
A proposito di felicità e costruzione dell’identità, Paolo Giordano propone una definizione per l’opera di una giovane irlandese, Sally Rooney, autrice del romanzo Parlarne tra amici (Einaudi, traduzione di Maurizia Balmelli): si tratta, scrive Giordano, di un romanzo di «seconda formazione». Storia di Frances, ventiduenne, e della sua crisi personale che verrà a galla in un’estate di amori e di tradimenti.
E ancora, tra i molti articoli dedicati alla letteratura, il numero de «la Lettura» si chiude con uno scrittore e saggista, editor di Lithub (il più grande hub letterario online al mondo) ed ex direttore di «Granta»: John Freeman, che si racconta a Livia Manera in vista del debutto italiano della rivista «Freeman’s» di cui è editore e direttore. Freeman parla a tutto campo di vita e letteratura, giovani critici, nuovi autori e «canone occidentale».