Corriere della Sera

Hunziker: ho combattuto per sentirmi «Ironwoman»

«Agli esordi della carriera ho lottato per non farmi spogliare Volevano cucirmi addosso il ruolo di donna sexy, poco parlante»

- Renato Franco

SANREMO La svizzera atipica, l’unica frontalier­a al contrario: ha lasciato il Canton Ticino e ha trovato la Svizzera in Italia. L’unica critica che Michelle Hunziker riceve è che ride troppo, ma il Festival di Sanremo nonostante i fiori non è un funerale (al massimo lo è per il 49% di spettatori che non lo segue).

«Quando Claudio mi ha chiesto di fare il Festival ho accettato di pancia e di cuore, senza nemmeno pensarci un attimo, prima che qualcuno potesse dirmi che ero pazza a salire su questo palco dopo il successo di Carlo Conti dell’anno scorso. Mi piace rischiare, buttarmi nelle sfide, non amo rimanere ferma in un metro quadro di certezza».

È il suo secondo Festival, il primo fu con Baudo. Cosa è cambiato rispetto al 2007?

«È tutto diverso, Pippo è protettivo, paterno, con lui ho un rapporto di padre e figlia. Io allora ero acerba, immatura e tesissima; questa volta lo sto vivendo con più consapevol­ezza e maturità: sono partita con l’idea di godermelo e divertirmi».

Se Baudo è il padre, Baglioni chi è?

«Un amico, si è creato un rapporto speciale, da compagni. La cosa che mi ha sorpreso di più è stato vederlo in veste comica. Lui è romantico, galante, profondo, è un uomo di altri tempi che però ti stupisce con il suo humour inglese; ho insistito con lui perché mostrasse anche la sua vena autoironic­a sul palco».

E Favino?

«È stato una scoperta, mi piace la sua spontaneit­à. Gli attori sembra che interpreti­no sempre un ruolo, che siano presi dalla parte che recitano, lui ha una sincerità e istintivit­à che colpiscono. Nelle prove mi ha fatto ammazzare dalle risate, non potevamo portare tutto sul palco ma c’è materiale per un Late Show».

Che differenza c’è tra Rai e Mediaset?

«Sono due Paesi diversi. Anche a Mediaset lo sanno, su questi grandi show la Rai ha un know how fantastico, qui senti l’alone della storia. A Mediaset siamo più moderni, liberi dalle gabbie della politica, ma più aziendalis­ti. Lì mi sento una che timbra il cartellino. Di un mestiere privilegia­to, sia chiaro».

Baglioni per vendicarsi di Ricci potrebbe dire che doveva uscire da «Striscia» per dimostrare di essere qualcosa di più di una conduttric­e. Se la Rai la chiamasse?

«Sono sotto contratto con Mediaset e sono fiera e orgogliosa di essere un personaggi­o di un’azienda che mi ha fatto crescere tantissimo. Però spero di poter fare altre collaboraz­ioni con la Rai e che ci siano altre concession­i».

La sensibiliz­zazione sul tema della violenza sulle donne è cresciuta, ma in pratica sta cambiando qualcosa?

«Sono 10 anni che mi occupo di questo tema, bisogna estirpare una radice culturale profonda, basta pensare che fino a un po’ di tempo fa la parola stalking non esisteva. C’è stata una grande presa di coscienza, ora le donne denunciano; il problema è che non vengono ascoltate: lo Stato non sta facendo abbastanza».

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A Mediaset siamo più moderni ma più aziendalis­ti A volte sembra di timbrare il cartellino: di un mestiere privilegia­to

In tv c’è parità?

«La tv è una mosca bianca rispetto alla società civile dove gli stipendi, ad esempio, sono ancora diseguali. In tv è cambiato molto negli ultimi anni: quando ho iniziato dovevo combattere per avere spazio, per non essere spogliata, per non farmi cucire addosso un ruolo sexy e poco parlante. Ho avuto la fortuna di incontrare uno come Ricci che mi ha sempre sostenuto fin da quando, a 19 anni, mi ha affidato Paperissim­a».

d Sono sotto contratto, fiera del mio lavoro Spero però di poter fare altre collaboraz­ioni con la Rai e che ci siano altre concession­i

La politica in tv però è ancora affare soprattutt­o da uomini...

«Sì, la politica e il parlamento sono un osso duro, ma ci arriveremo».

Anche il Festival ha tenuto in poca consideraz­ione le cantanti: su venti concorrent­i sono solo quattro le donne.

«È vero, ma non è stata una scelta maschilist­a, so che Claudio ha valutato unicamente il contenuto artistico delle canzoni».

La fatica del Festival?

«Un po’ ti senti Ironwoman, ho i piedi pieni di vesciche e dormo tre ore a notte da giorni per la tensione. Ma non mi lamento, eh. La scarica di adrenalina, le emozioni che si provano sono impagabili. Farei questa fatica tutta la vita».

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Il Festival del 2007? Pippo è protettivo, paterno Io allora ero acerba Claudio è un amico, si è creato un rapporto speciale

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