Corriere della Sera

Bologna battuto

Inter, felicità Karamoh Vittoria e terzo posto

- di Mario Sconcerti

L’Inter è terza e ha tutto per poter rimanere in una posizione lontana da molti anni. Non gioca bene, ma questo lo fanno in pochi. Non è una stagione che in quei piazzament­i si deciderà sul bel gioco. Sembrava meglio la Lazio che però è arrivata alla sesta sconfitta, l’inter ha perso solo due partite, una media da scudetto, infatti sono le sconfitte della Juve, due volte e mezzo meno della Roma. Il suo problema è la fantasia, riuscire a portare il pallone verso l’area senza essere capita con venti metri di anticipo. Il giovane francese è servito a questo, provare a saltare l’uomo, avere pensieri liberi. Che ci sia riuscito dimostra che le soluzioni non sono mai lontanissi­me, ma devono essere gestite. Il lato davvero debole dell’inter è Borja Valero, grande giocatore del poco. Capitano questi colpi di genio inverso. Sono infortuni lunghi e dibattuti perché spesso l’apparenza è uguale alla realtà. Ma Borja è un fantasista che raramente dà un assist e un regista che perde tanti palloni perché li sfiora troppo a lungo. Va bene in chi deve rallentare il gioco, in squadre di subordine, non in chi ha il dovere di vincere. In una squadra così bloccata a centrocamp­o, le ali hanno un compito doppio, inventare e segnare. Karamoh l’ha fatto, Spalletti anche scegliendo­lo. Questo non significa che Candreva sia ormai superato, solo che adesso serve qualcosa di diverso. Questa Inter non potrà mai essere guarita, è sbagliata nel centro, è fuori asse, ma non è in mezzo a squadre migliori. Ha segnato un gran gol anche Belotti, qualcosa di antico, uno scatto di 50 metri con due avversari alle spalle e un tiro piazzato, non buttato via, qualcosa di scelto davanti a una porta che si era fatta piccola. A me ha ricordato Chinaglia quando si ingobbiva e sfidava ogni legge andandosen­e da solo contro il vento, e gli altri dietro a trattenerl­o. Questo ragazzo ha qualcosa di più in un calcio italiano che sembra portare finalmente nomi nuovi. Dietro Bernardesc­hi e Chiesa ci sono Barberis, Barella, Insigne che avrà 27 anni a giugno, Calabria, Caprari, Pellegrini, Cutrone, Biraschi, Cristante, Izzo, Ferrari, Perin, Donnarumma e molti altri. C’è qualcosa in fondo al baule che, come Inter e Torino, si sta muovendo.

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