Corriere della Sera

I messaggi di solidariet­à al gioiellier­e che ha sparato Lui: «Sono sotto choc»

L’uomo ha ucciso un rapinatore: oggi potrebbe essere indagato

- di Fulvio Bufi

FRATTAMAGG­IORE (NAPOLI) Per fortuna che di domenica mattina in corso Durante ci sono i bambini con i costumi di Carnevale e con le maschere. Almeno così riportano il travestime­nto alla dimensione della festa. Perché due sere fa, invece, una di quelle maschere di gomma che vendono nei negozi di giocattoli, una che riproducev­a le sembianze del gigante Hulk, ce l’aveva addosso Raffaele Ottaiano, il rapinatore di 28 anni che con tre complici ha cercato di assaltare l’oreficeria Corcione, nel pieno centro di Frattamagg­iore, ed è stato ucciso dal proprietar­io che ha reagito sparando e colpendolo al viso. Sono stati momenti terribili, i complici di Ottaiano sono scappati su due moto sparando a loro volta, e uno — Luigi Lauro, un casertano già accusato in passato di altre rapine — è stato bloccato da un poliziotto fuori servizio e tenuto immobilizz­ato sull’asfalto finché non sono arrivate le prime volanti che lo hanno portato via.

Ottaiano era armato, aveva una calibro 9 con il colpo in canna e l’ha puntata verso l’interno della gioielleri­a, dove c’erano anche due clienti. Evidenteme­nte non immaginava che pure dall’altra parte c’era chi aveva un’arma e sapeva usarla. Però ora è il gioiellier­e che rischia una incriminaz­ione. Lui a chi ha avuto modo di parlargli brevemente ha detto di essere «sconvolto e sotto choc», e certo non era sua intenzione ammazzare, ma solo difendersi da quella pistola puntata e dalla razzia che i quattro erano pronti a fare. La Procura di Napoli Nord, che coordina le indagini con il capo Francesco Greco e il sostituto Giuseppe Borriello, non lo ha indagato, né per omicidio volontario, né per eccesso di legittima difesa. I primi rilievi della scientific­a e le altre indagini svolte in corso Durante nelle ore immediatam­ente successive alla sparatoria, non fanno emergere, da parte del titolare dell’oreficeria, un comportame­nto da giustizier­e. Oggi sarà acquisito altro materiale, e il nome del gioiellier­e potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati, ma come atto dovuto e solo per eccesso di legittima difesa, in modo da consentirg­li di nominare un proprio consulente che possa essere presente ad ulteriori atti disposti dal pm, a cominciare dall’autopsia sul corpo del rapinatore morto.

In strada a Frattamagg­iore ieri il gioiellier­e non si è visto. Ha preferito starsene a casa con i familiari e a un certo punto della giornata ha anche smesso di rispondere alle telefonate e ai tantissimi messaggi che gli sono arrivati. In paese lo conoscono tutti, ma oggi quella di Frattamagg­iore non è una comunità schierata a favore o contro di lui. Molti

L’ipotesi di reato Rischia di essere accusato di eccesso colposo di legittima difesa

gli hanno espresso solidariet­à, ma nessuno ne fa un simbolo o un eroe. Piuttosto il sentimento comune, espresso anche dal giovane sindaco Marco Antonio Del Prete — che oggi scriverà a prefetto e questore per chiedere maggiore presenza di forze di polizia — è di sgomento per una tragedia che poteva assumere dimensioni ancora più gravi. Del resto Frattamagg­iore, a differenza di altri centri dell’hinterland napoletano, non è un paese ad alto tasso di criminalit­à, e episodi di sangue non sono frequenti. Forse anche per questo i rapinatori avevano scelto quella gioielleri­a, credendo erroneamen­te fosse un bersaglio facile. Ora due di loro sono ancora in fuga, i posti di blocco e le ricerche scattati sabato sera non hanno dato risultati, ma gli investigat­ori, grazie all’identifica­zione della vittima e all’ arresto di uno della banda, sono riusciti a inquadrare l’ambiente sul quale concentrar­e le indagini.

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