Gentiloni: nuove riforme a guida pd o si sprofonda
«Stiamo recuperando consenso sul centrodestra, è un bene per l’italia, la sfida è aperta», dice Paolo Gentiloni. «Possiamo ancora essere il primo partito, a patto di crederci», aggiunge Matteo Renzi. A 22 giorni dal voto, le campagne elettorali del capo del governo e del segretario del Pd si incrociano nella rincorsa alla coalizione guidata da Berlusconi, Salvini e Meloni, nella convinzione che «abbiamo la squadra migliore» (Renzi), nell’auspicio di «una seconda stagione di riforme, per la quale siamo l’unico pilastro possibile di governabilità, ogni altra alternativa farebbe sprofondare l’italia» (Gentiloni).
Il presidente del Consiglio come da promessa si sta spendendo anche a favore degli alleati. È a un evento di Civica e popolare, di Beatrice Lorenzin, al Tempio di Adriano, a Roma, che sottolinea l’importanza della nuova formazione («La grande stagione di riforme dei governi guidati dal Pd senza di voi non sarebbe stata possibile»), e la convinzione in un traguardo che i sondaggi danno difficile ma ancora a portata di mano: «Dobbiamo avere la determinazione e la convinzione di vincere. È possibile. Io ci credo».
Gentiloni risponde alle critiche sul rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, arrivate nelle ultime settimane, insieme all’accusa di aver elargito mance elettorali: «Abbiamo bisogno di qualità del lavoro e anche di livelli salariali più adeguati, è una sfida non italiana ma internazionale, non prendiamo le cose dal lato provincialistico, come se facessimo regalie, noi abbiamo rinnovato i contratti di lavoro dopo 9 anni».
Renzi crede in una rincorsa degli ultimi giorni e in recupero nei consensi: «Se facciamo il nostro non ce n’è per nessuno. Abbiamo le idee migliori, abbiamo la squadra migliore, se non vince il Pd non è un problema del Pd ma un problema per l’italia». E sul M5S: «Non vinceranno mai e soprattutto non saranno mai credibili, noi del Pd facciamo gli incentivi per far assumere la gente, loro perché la gente torni a casa e non lavori».
Mentre Gentiloni ammette che la prima stagione di riforme è stata, oltre che incompleta, efficace sino ad un certo punto: «La crescita economica non è riuscita a ridurre le disuguaglianze, non possiamo accettare un’idea di una crescita economica che non riduca le disuguaglianze, abbiamo bisogno di un’economia più inclusiva. Abbiamo raggiunto risultati importanti ma sappiamo, nonostante i dati, che la strada è lunga e non dipende solo dai numeri del Pil».
Abbiamo le idee migliori, abbiamo la squadra migliore, se non vince il Pd non è un problema del Pd ma un problema per l’italia Matteo Renzi