Corriere della Sera

«Duello chiuso? Teheran prepara la guerra totale»

- D. F.

di ricerca e analisi legato all’università di Tel Aviv nel «bilancio strategico per il 2018» ha innalzato il rischio di conflitto sul fronte Nord. «Per oltre dieci anni, dalla guerra del Libano nel 2006, l’abbiamo sempre stimato zero — precisa Yadlin a un gruppo di giornalist­i stranieri —. La situazione è cambiata e questa volta (se scoppierà) lo scontro non avrà un solo fronte. Non la dovremo chiamare Terza guerra del Libano ma Prima guerra Israelesci­iti».

La battaglia di sabato è un episodio chiuso almeno per ora?

«È stata l’operazione più significat­iva dal raid contro il reattore atomico a Damasco nel 2007. La massiccia risposta israeliana dovrebbe aver spinto a congelare il duello, sono state colpite batterie antimissil­e siriane e obiettivi iraniani. I nostri nemici dovranno impiegare un po’ di tempo a capire che cosa sia successo. Gli iraniani ● Amos Yadlin, 66 anni, è stato vicecomand­ante dell’aviazione e capo dell’intelligen­ce militare di Israele. Adesso dirige l’institute for National Security Studies. Ha preso parte alla guerra del Kippur nel ‘73 si sono imbaldanzi­ti dopo aver garantito la vittoria ad Assad. Osano di più, allo stesso tempo non amano prendere rischi. Vogliono prima essere pronti per una guerra totale: per questa ragione stanno cercando di costruire impianti in Siria per fabbricare missili di precisione».

Per la prima volta in trent’anni un jet israeliano è stato abbattuto.

«È inevitabil­e che possa succedere, non credo che le nostre tattiche cambierann­o dopo questo incidente. Sono un veterano della guerra dello Yom Kippur e nel mio squadrone abbiamo perso 17 aerei, in quella dei Sei Giorni nel 1967 — che pure è stata un enorme vittoria per l’aviazione — ne sono caduti 19».

I missili sparati dai siriani sono russi e i russi hanno addestrato

i militari del regime a usarli.

«I russi non sono nostri nemici ma hanno altri interessi. Devono capire che se continuano a sostenere la presenza degli iraniani e dell’hezbollah libanese in Siria mettono in pericolo la stabilità e l’obiettivo di ricostruir­e il Paese. Israele è l’unica forza in Medio Oriente che può distrugger­e il loro piano di salvare Assad e mantenerlo al potere».

Putin occupa il ruolo abbandonat­o dagli Stati Uniti.

«Gli americani sono occupati in altre faccende, però a differenza di quello che tutti pensano non hanno lasciato la Siria. Sono dislocati con le forze speciali a est del fiume Eufrate e questo limita il potere e la libertà di movimento dei russi».

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