Corriere della Sera

Involontar­io «Donald non voleva vincere, ma essere il martire di Hillary» «L’impensato diventò realtà e lui passò dall’incredulit­à al terrore»

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lo istante sulla questione della transizion­e della squadra di governo, sostenendo che «portava male», ma intendendo in realtà che era una perdita di tempo. Tanto non avrebbe vinto! O meglio, lui avrebbe vinto perdendo. Il suo obiettivo era diventare l’uomo più famoso del mondo, il martire della corrotta Hillary Clinton.

Al suo seguito, la figlia Ivanka e il genero Jared sarebbero passati da ragazzini relativame­nte ignoti a celebrità internazio­nali e ambasciato­ri del marchio Trump.

Steve Bannon avrebbe assunto la guida de facto del movimento del Tea Party.(...) Melania Trump sarebbe potuta tornare nell’ombra. Questo era l’esito rassicuran­te che si aspettavan­o dall’8 novembre 2016. Tutti loro avrebbero guadagnato dalla sconfitta. Quella sera, quando, poco dopo le otto, l’impensato sembrò diventare realtà — c’era davvero il rischio che Trump vincesse le elezioni —, Don Jr. disse a un amico che suo padre, o «DJT», come lo chiamava lui, era pallido come un morto. Melania, cui il marito aveva giurato che mai e poi mai sarebbe diventato presidente, piangeva a dirotto. E non erano lacrime di gioia.

Nel giro di poco più di un’ora, sotto gli occhi piuttosto divertiti di Steve Bannon, il suo candidato passò dallo sconcerto all’incredulit­à e infine al terrore. Ma mancava ancora la metamorfos­i finale: presto Donald Trump si sarebbe convinto non soltanto di aver meritato la vittoria, ma anche di avere tutte le carte in regola per essere il nuovo presidente degli Stati Uniti.

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Jared e «The Donald» allo specchio

Lui stesso si sarebbe sorpreso di sentirselo dire (...), ma in realtà Kushner era molto simile a suo suocero. E ancora più inquietant­e era la somiglianz­a tra suo padre Charlie e quello di Donald, Fred. Tutti e due avevano usato ricchezza e potere per dominare e sottomette­re i figli, ottenendon­e la devozione assoluta, a dispetto delle loro pretese. In entrambi i casi due uomini aggressivi, inflessibi­li, spietati e amorali avevano cresciuto figli pazienti e docili, animati da un bisogno disperato dell’approvazio­ne paterna (…)

Per quanto schiacciat­i dai rispettivi genitori, né Donald né Jared avevano affrontato il mondo con umiltà (…) Nessuno dei due era mai uscito dalla propria cerchia di ricchi e famosi, semmai la missione di entrambi era di penetrarla ancora più a fondo.

Erano arrampicat­ori sociali di profession­e. (…) Entrambi erano accomunati anche dall’aver dovuto ammettere che il mondo di Manhattan, e in particolar­e la sua voce — i media —, non voleva saperne di loro.

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La figlia Ivanka Trump, 36 anni, con il marito Jared Kushner, 37, e il terzo figlio Theodore, che fa 2 anni a marzo

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