Corriere della Sera

LUISA RANIERI

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Chi è

● Luisa Ranieri, napoletana, 44 anni, è sposata con Luca Zingaretti, conosciuto sul set della fiction «Cefalonia», del 2005; hanno due figlie

● Debutta al cinema nel 2000 con Pieraccion­i ne «Il Principe e il pirata». Nel 2004, Antonioni la dirige nel film a episodi «Eros»

● Tra i suoi film «Immaturi» di Genovese, «Allacciate le cinture» e «Napoli velata» di Ozpetek, «Veleno» di Olivares. È stata protagonis­ta di fiction come «Luisa Spagnoli» e «Callas e Onassis». In tv ha condotto «Amore Criminale» e ha fatto «Rockpoliti­k» con Adriano Celentano

Che cos’è per lei la famiglia?

«Un punto di riferiment­o. Ne ho sempre voluta una».

Suo marito ha raccontato di averle detto, a un certo punto: quest’anno mi riproduco, chi c’è c’è.

«Avevo sempre un film da girare e dicevo “i bambini l’anno prossimo”. Ora, sono felice».

Com’è fatta la felicità?

«Può stare in mezzo a tanti pensieri. Ora, il mio secondo papà non sta bene e sono botte di dolore. Poi, vedo le mie figlie accoglierm­i con un sorriso e dico: che bello!».

In un’intervista, ha detto di avere un animo malinconic­o alla Silvana Mangano.

«Mi avevano chiesto se somigliavo più lei o alla Loren. Ho perso papà a 24 anni, attraverso momenti di malinconia come di felicità. Sono stata 10 anni in analisi per le mie complessit­à».

La cosa più importante compresa in analisi?

«A volermi bene. Quando i genitori si separano, un bimbo può percepire che non è amato o sentirsi in colpa. Poi, se impari ad amarti, senti un’energia che si libera. Dopodiché, noi attori incontriam­o tanti personaggi e compensiam­o».

Un personaggi­o con cui ha compensato?

«Tutti, ma mi piacerebbe interpreta­re di nuovo Maria Callas: oggi, la arricchire­i di sfumature perché so che, se non ti ami, non ti fai amare. Lei, da Onassis, si è fatta usare perché non si amava».

Che significa amare?

«Avere comprensio­ne profonda, non soffermars­i sui difetti dell’altro e cercare di guardare il meglio. È un lavoro e non è facile, ma Luca è stato il mio incontro perfetto. Tutti i matrimoni hanno alti e bassi, ma se si è scelto con cognizione di causa, per affinità e sensibilit­à, sono più gli alti».

La vostra affinità qual è?

«La vicinanza di anime, lo stesso modo di sentire le cose».

Quando vi vedremo lavorare di nuovo insieme?

«Faremo in teatro The deep blue sea e per la prima volta sarò diretta da Luca. Sarò una londinese borghese che lascia il marito per un giovane giocatore di polo, è una storia sull’amore che fa arrivare alla distruzion­e».

Come si immagina guardando più in là?

«Non mi vedo, non ci penso. Non sono una persona che recrimina sul passato o si preoccupa per il domani. Penso ora e qui».

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