Gattuso ha un mese per conquistare il rinnovo e l’europa La società ci crede
Sei partite in 21 giorni, il Milan e Rino si giocano tutto Dirigenti soddisfatti, pronta una proposta fino al 2020
Un mese di ferro, con vista sull’europa e sul rinnovo. Per il popolo (milanista) e un po’ anche per se stesso. Rino Gattuso ha davanti a sé un percorso complesso — sono sei partite in 21 giorni — che fino a poco tempo fa il mondo Milan avrebbe aspettato con preoccupazione e che adesso guarda con speranze rinnovate. Inutile parlare di rincorsa Champions, obiettivo, classifica alla mano, ancora poco sensato.
Molto meglio concentrarsi sul passaggio del turno in Europa League: giovedì in Bulgaria è in programma l’andata contro il Ludogorets, «che da cinque anni gioca in Coppa e ha più esperienza internazionale di noi», come dice, prudente, Rino. O sulla finale di Coppa Italia da provare a conquistare, con il ritorno (si parte da 0-0) in casa della Lazio (28 febbraio). Poi ci sono tre partite di campionato che dovranno confermare tutti i miglioramenti visti nel mese di gennaio, quello della rinascita: domenica sera la Samp a San Siro, poi Roma e Inter. Un percorso non facile, come si vede. Tra un mese si faranno i conti. E se la società riterrà che, nel complesso, l’esame è stato superato, la conseguenza potrà essere una sola: Rino Gattuso sarà l’allenatore del Milan anche il prossimo anno. Se invece ci saranno altre brutte sorprese, la riflessione continuerà.
Ieri si è sparsa la voce che un rinnovo di contratto, fino al 2020, fosse già pronto: in realtà l’ad Marco Fassone e Gattuso non ne hanno ancora parlato e, per ora, un incontro non è in programma. Oggi Rino percepisce ancora lo stipendio che aveva da allenatore della Primavera (120 mila euro netti), perché al momento della promozione in prima squadra non ha voluto guadagnare un euro in più. Si è messo in discussione. Fin qui ha conquistato tutti: Rino è stato una scelta fortemente caldeggiata dal d.s. Massimiliano Mirabelli, convinto di aver trovato in casa un allenatore top. Ma non è il solo a essere soddisfatto.
L’elenco dei miglioramenti della squadra, che la società ha apprezzato, è lungo: intanto, Gattuso ha trovato un undici titolare. O meglio, un dieci titolare più un attaccante che ruota. Questo, almeno, fino alla partita con la Spal e la doppietta di Cutrone, che fa compiere al ragazzo un balzo in avanti nelle graduatorie interne, anche se Gattuso non lo può ammettere (anche perché, tra i suoi compiti, c’è anche quello di rilanciare gli acquisti risultati utili consecutivi comprese le Coppe, per il Milan di Gattuso, sei in campionato (non capitava da ottobre 2016) André Silva e Kalinic). Ora i tanti impegni ravvicinati costringeranno Rino a dover gestire anche un ragionato turnover, ma questo è un altro discorso e vedremo se il rendimento della squadra ne risentirà. E se la crescita della condizione fisica è sotto gli occhi di tutti, assieme ai miglioramenti del gioco, quello che può raccontare solo chi frequenta Milanello e dintorni è il cambiamento del clima in spogliatoio. L’affiatamento è decisamente cresciuto. Si racconta che, a Udine, dopo aver conquistato un pareggio in trasferta e aver provato a vincere la partita in dieci, i giocatori fossero, per la prima volta, davvero arrabbiati per il risultato. Un atteggiamento molto diverso dai primi tempi quando, anche dopo le peggiori sconfitte, chi fosse capitato nello spogliatoio avrebbe visto giocatori persi nei propri telefonini, senza segni di scossa. Ora la scossa è arrivata. Può portare in dote l’europa e un rinnovo.
Il contratto
Ora il tecnico percepisce lo stipendio della Primavera: 120 mila euro