Corriere della Sera

«Attenti al Tottenham ha un campione come Kane e non parte sfavorito»

- Paolo Tomaselli

«Per nulla. La Juve non parte favorita: il pronostico è 5050. Il Tottenham è bene organizzat­o, ha un allenatore in gamba, tre grandi talenti in attacco come Erikssen, Alli e Kane. Che vanno fermati già a centrocamp­o per evitare danni».

Gli Spurs non giocano nel loro stadio, in ricostruzi­one, ma a Wembley: per la Juve potrebbe essere un vantaggio giocare lì il ritorno?

«Solo se ci arriverà con un risultato di vantaggio e potrà sfruttare il contropied­e: è un campo molto grande, si possono sfruttare gli spazi».

L’attacco della Juve la convince?

«Non fino in fondo. Perché il meglio di Higuain secondo me ormai lo abbiamo già visto. In Europa fatica a fare la differenza: è troppo statico. Mentre Dybala, che pure è un grande talento in ascesa, non è più una novità come l’anno scorso: gli avversari sanno come prendergli le misure. Per vincere in Europa ci vuole di più».

Come ad esempio Kane?

«Sì. Quel ragazzo ha un carattere che lo spinge a migliorars­i sempre. Dopo Messi, Ronaldo e Lewandowsk­i c’è lui. Lo dicono i numeri. E ha solo 24 anni».

Eppure all’arsenal avete scartato Harry quando aveva 9-10 anni. È così?

«Purtroppo sì. Era cicciottel­lo, non molto atletico e abbiamo sbagliato. Ma anche il Tottenham lo ha mandato in prestito 3-4 volte nelle serie minori. Lui però con la sua determinaz­ione si sta costruendo una grande carriera. E se lo merita».

La crescita del Tottenham a cosa è dovuta?

«Un po’ come per la Juve, alla capacità di spendere bene i soldi per competere con squadre che ne hanno più». di

Pochettino ha perso il campionato contro il Leicester due anni fa. È un perdente di successo?

«Non direi, il Leicester ha sorpreso tutti. Il cammino di Pochettino è molto positivo, proprio perché non dispone dei mezzi economici delle grandi squadre inglesi».

Lei era un ottimo mancino. La Juve ne ha molti in squadra, Chiellini, Dybala, Douglas, Mandzukic, Sandro, Bernardesc­hi: questo incide in qualche modo sullo sviluppo del gioco?

«È meglio averli, che non averli. Alex Sandro in particolar­e mi piace molto, mentre Douglas Costa non tanto: ha tecnica e dribbling, ma mi sembra che i compagni fatichino a capire il suo gioco».

Allegri è stimato in Inghilterr­a?

«Altroché. Se Arsenal, Chelsea o i due Manchester hanno bisogno di un tecnico, sulla lista c’è anche lui».

Quando ci giocava lei, la nostra serie A era come la Premier di oggi?

«Era più equilibrat­a al vertivenut­o Età dell’oro

Sono stato fortunato a giocare 7 anni in Italia, quel periodo è stato la vostra età dell’oro ce, direi. I due Manchester e il Chelsea sono le uniche che possono vincere».

Come ricorda quegli anni?

«Sono stati la vostra Golden Age, l’età dell’oro. C’erano tutti i migliori del mondo e vincere il campionato era difficilis­simo. Ci ho giocato 7 stagioni, sono stato fortunato».

Il campionato italiano com’è visto dall’inghilterr­a?

«Mi sembra che stia migliorand­o. È ovvio che c’è anche un problema di capacità di spesa rispetto alla Premier. Ma il problema mi sembrano soprattutt­o i calciatori italiani».

Cioè?

«Per 20 anni ho fatto il direttore del settore giovanile dell’arsenal e in Italia sono tante volte, per seguire molti ragazzi che ci interessav­ano. Alcuni di loro, come il povero Niccolò Galli o Arturo Lupoli, li abbiamo presi. Ma quello che vedevo nei tornei giovanili lo trovavo totalmente sbagliato: in Italia si pensa solo allo sviluppo tattico, alla furbizia, al perdere tempo, magari per strappare un pareggio. Non è così che si crescono i giovani calciatori».

Qual è il modo migliore?

«Lasciare esprimere il talento, con la tecnica e le abilità motorie. Da voi si punta tutto sul risultato. Per questo sono scomparsi i giocatori che decidono il gioco: dove sono i grandi registi italiani, le mezzali e i centravant­i?».

L’ha sorpresa l’eliminazio­ne dell’italia dal Mondiale?

«Non tanto, perché il declino era chiaro già al Mondiale in Brasile. Nessuno ha preso il posto di Pirlo, i difensori sono sempre gli stessi ma sono invecchiat­i. In attacco non c’è nessuno in grado di risolvere le grandi sfide internazio­nali».

L’esplosione delle giovanili inglesi è merito del nuovo impulso federale?

«No, la Federazion­e beneficia degli sforzi fatti dai club di Premier, che hanno deciso di investire seriamente sui loro settori giovanili. L’età chiave si è abbassata sugli 8-10 anni: da lì inizia il lavoro sui giovani e i risultati stanno dando ragione a tutto il calcio inglese».

La Juve resta l’unica eccellenza italiana a livello internazio­nale. Perché?

«Perché è un club molto organizzat­o, che ha saputo affrontare la crisi economica senza risentirne, a differenza di Inter, Milan o Roma. Così la strada per dominare in Italia è stata molto più facile. Comunque ha saputo pescare ottimi giocatori, con acquisti molto intelligen­ti. E questo ha fatto la differenza anche in Europa».

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Allegri in Premier è stimato: se Arsenal, i due Manchester o il Chelsea cercano un tecnico lui è sulla lista giusta

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L’attacco della Juve? Higuain il meglio lo ha già fatto vedere, Dybala ha talento ma per l’europa serve di più

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L’italia fuori dal Mondiale non mi ha sorpreso molto, il declino era già chiaro in Brasile, non si vede un altro Pirlo

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(Epa) Centravant­i Harry Kane, 24 anni, impegnato sabato contro l’arsenal. L’attaccante è il giocatore di maggior qualità del Tottenham
 ??  ?? Ex bianconero Liam Brady, 61 anni, irlandese di Dublino, ha giocato nella Juve dall’80 all’82 vincendo due scudetti
Ex bianconero Liam Brady, 61 anni, irlandese di Dublino, ha giocato nella Juve dall’80 all’82 vincendo due scudetti
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