Carolina, il bomber di sfondamento che trascina con il cuore i suoi fratelli
«Conosco bene le dinamiche dei Giochi, ma ogni volta che vengo torno bambina»
PYEONGCHANG «Vivo con il cuore aperto. Non ho mai dato per scontato di essere qui e ho dovuto lottare per riuscirci». Qui, oggi, dentro la Ice Arena che ribolle di entusiasmo per una gara nuova (debutto a Sochi) e finalmente sensata, Carolina Kostner è il bomber di sfondamento che trascina l’italia a quattro punte (singolo maschile, singolo femminile, danza, artistico a coppie) alla finale del Team Event insieme al gotha del pattinaggio di figura: Canada, Usa, Giappone e Oar, cioè i russi sotto mentite spoglie. Nostra signorina delle lame è seconda nel corto dietro alla zarina Medvedeva, che rimedia agli errori del collega Mikhail Kolyada realizzando il proprio personale: che i russi facciano sul serio è dimostrato dal fatto che nel libero la sublime Medvedeva verrà rimpiazzata da Alina Zagitova, 15 anni, fresca campionessa europea, così come gli Usa, dopo Nathan Chen e la modesta Bardile Tennell, schiereranno Adam Rippon e Mirai Nagasu.
Il ghiaccio di figura a squadre è un gioco di strategie, tattica, sostituzioni all’ultimo minuto. L’italia non ha la stessa abbondanza delle superpotenze, si affida al totem Kostner, alla quarta Olimpiade per stupire: «Ormai conosco bene le dinamiche dei Giochi ma, ogni volta che ci vengo, mi sento una bambina piccola. Ho buonissime sensazioni nei salti, nel ritmo, ho la tranquillità dentro di me. Voglio ripartire da Pyeongchang con il sorriso, sapendo di aver fatto tutto ciò che dovevo e potevo». Il quarto posto con cui l’italia accede alla finale per le medaglie dopo il taglio (erano dieci Paesi, sono rimasti cinque), a un punto dagli Usa, a quattro dai russi, è anche il risultato dell’ottimo libero di Valentina Marchei e Ondrei Hotarek, la coppia di artistico che ha rimpiazzato Della Monica-guarise dopo il corto. Gli azzurri si superano piazzandosi dietro ai fuoriclasse Duhamel-radford, che lanciano il Canada in orbita con 45 punti, oro ipotecato. Dietro, la bagarre.
Nelle prove tecniche della gara individuale che l’attende il 21 e il 23 febbraio, Carolina affronta Nagasu (Usa), Sakamoto (Giappone), Daleman (Canada) e Zagitova (Russia). Debussy e il costume nuovo sono i suoi accompagnatori verso l’impresa. «Lottare per la
La lotta
«Non ho mai dato per scontato di essere qui ma ho dovuto lottare per riuscirci»
squadra è emozionante. Non capita spesso, quindi voglio godermi ogni momento». Il rossetto rosso da combattimento, la mappa dei nei sulla schiena che ormai conosciamo a memoria, la leggerezza di recente acquisizione (ieri un’incertezza sul triplo-triplo, poi solo salti ben eseguiti). Carolina è la stella cometa da seguire per migliorare il quarto posto di Sochi. Se Matteo Rizzo tiene, Anna Cappellini e Luca Lanotte ritrovano brillantezza, se la Kostner fa la Kostner, le strade per una medaglia sono infinite. «Non mi aspetto nulla — dice lei —, se non di condividere il mio amore per il pattinaggio». La Kostner e i suoi fratelli. Da raccontare, sarebbe una trama bellissima.