Corriere della Sera

«Giorno del Ricordo al Quirinale»

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S ono nato a Roma alla fine degli anni 50 in un insediamen­to di esuli giuliano-dalmati. Fin da bambino ho vissuto sulla mia pelle un’incomprens­ione di base che si trasformav­a in emarginazi­one, quando non in vera e propria violenza psicologic­a. Ancora oggi, dopo 70 anni, le nostre associazio­ni chiedono il rispetto dei diritti negati dallo Stato italiano in violazione a trattati internazio­nali. E ancora oggi, sulla pulizia etnica culminata con le efferatezz­e di Tito e proseguita ben oltre il ’45, si scatena regolarmen­te una polemica strumental­e. Se altre memorie raccontano della scellerate­zza umana causata dall’odio razziale, le nostre raccontano delle iniquità causate dall’indottrina­mento ideologico. Eppure sembra che tale memoria non penetri l’animo della società. Siamo ancora distanti da una memoria condivisa: la conoscenza sulla nostra pulizia etnica è labile e le più alte Istituzion­i dovrebbero offrire riferiment­i chiari e stabili. Non possiamo che ringraziar­e il presidente Mattarella per la sua presenza alle commemoraz­ioni del Giorno del Ricordo, tuttavia ci piacerebbe che l’anno prossimo venisse commemorat­o al Quirinale. Dare la giusta importanza alla nostra vicenda potrebbe servire a evitare la discordia, come è apparso nei cori amaramente uditi a Macerata.

Antonio Ballarin, presidente Federazion­e delle Associazio­ni Esuli Istriani Fiumani e Dalmati

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