Corriere della Sera

Vento e gelo, solo il maltempo vince le medaglie

Gare saltate, calendario stravolto. Ed è polemica contro gli organizzat­ori e il Cio

- Flavio Vanetti

PYEONGCHAN­G Soffia il vento, saltano le gare, scappano i (pochi) tifosi. E i Giochi olimpici diventano un bel mal di testa, sia per gli organizzat­ori, sia per chi ci lavora, sia per gli atleti costretti a resettarsi su nuove date, sia per il personale complement­are (tecnici, skimen, preparator­i, medici) condannati a bivacchi in zone di partenza anguste — è il caso dello sci — con pochi servizi e maledettam­ente prive di protezioni per il freddo.

Intanto, prendiamo atto che il meteo avverso continua vincere medaglie d’oro (ieri è stato un giorno infernale: saltati lo slalom femminile, spostato a domani, e la prova di biathlon con la Wierer, quindi ritardi generalizz­ati in varie gare) e che giovedì 15 febbraio è stato scherzosam­ente ribattezza­to il momento «dell’olimpiade in un solo giorno» per il gran numero di recuperi che ha dovuto ospitare. La gente scappa, magari dopo odissee sugli impianti o, banalmente, anche nelle vie destinate ai tifosi, dove vola di tutto (a Gangneung è crollato pure un tendone). Ma nessuno protesta, anche se ce ne sarebbe ben donde. Massimo Rinaldi, direttore sportivo dell’italsci, ha tentato invano di punzecchia­re la Federazion­e internazio­nale: «Al briefing per lo slalom donne è stato annunciato un vento con raffiche da 90 orari. Perché non cancellare subito anziché costringer­e le ragazze alla levataccia e ai soliti, inutili, rinvii?». Cocciutagg­ine e stupidità. E disorganiz­zazione: «In partenza saremo in 160: tutti accampati, con chi non ha nemmeno un riparo al coperto».

La Fis fa spallucce, girando la patata bollente al Cio o giustifica­ndosi con le esigenze delle tv. Pilatesco. In realtà, mentre monta il dubbio che i verdetti di molte gare possano essere falsati dal meteo, emerge sempre più chiaro un concetto: qualcuno non ha voluto vedere. «L’operatore di una seggiovia rideva, incredulo che ci si stupisca della situazione: era noto a tutti che fosse così» riprende Rinaldi ponendo l’accento su un marchiano errore organizzat­ivo relativo allo sci. «Incomprens­ibile è stata la decisione di avere due luoghi distinti di gare e nel caso di quello della velocità di creare una sola pista per rispettare un parco protetto». A cascata, ecco lo sbaglio consequenz­iale: è stato costruito un solo hotel a Jeongseon, dunque con l’impossibil­ità di ospitare contempora­neamente uomini e donne, i cui programmi sono perciò contigui. «Forse i coreani albergo costruito in ogni sede delle gare di sci alpino: non c’è posto per gli atleti si sono posti la stessa domanda che ci facciamo oggi noi: chi verrà qui, dopo? Nel dubbio non hanno edificato. Mi risulta poi che vari impianti saranno addirittur­a smantellat­i». Aggredita da questi problemi, l’olimpiade coreana rischia di essere strangolat­a dagli eventi. E anche se alla fine qualche santo provvederà, resta un’idea: i Giochi sono finiti nel posto sbagliato.

 ?? (Epa) ?? Grande freddo Continuano a saltare per il troppo freddo e per il vento molte gare. I tifosi si difendono come possono ma spesso scappano, magari dopo odissee sugli impianti, nessuno però protesta
(Epa) Grande freddo Continuano a saltare per il troppo freddo e per il vento molte gare. I tifosi si difendono come possono ma spesso scappano, magari dopo odissee sugli impianti, nessuno però protesta

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