Corriere della Sera

Il Papa aggiorna le regole per la pensione di nunzi e prelati

- di Gian Guido Vecchi

Il «motu proprio» di Francesco si intitola «Imparare a congedarsi» ed ha a che fare con età pensionabi­le, 75 anni, di cardinali e vescovi, decisa per primo da Paolo VI. Ma la novità sta piuttosto nella fine di un automatism­o rimasto in vigore finora: i nunzi apostolici, come i capi dicastero non cardinali e i «prelati superiori» della Curia, non decadranno più automatica­mente, scrive Francesco: «Non cessano ipso facto dal loro ufficio al compimento dei 75 anni di età, ma in tale circostanz­a devono presentare la rinuncia al Sommo Pontefice». Il Papa potrà insomma prorogare l’incarico di nunzi e vescovi capi dicastero come avviene spesso tra i cardinali di Curia e i vescovi nelle diocesi: proprio ieri, Francesco ha deciso di lasciare per altri due anni a Genova il cardinale arcivescov­o Angelo Bagnasco. Ora, in tutti i casi, la «rinuncia dev’essere accettata dal Sommo Pontefice, che deciderà valutando le circostanz­e concrete». Il «motu proprio» è significat­ivo soprattutt­o rispetto ai nunzi. La struttura diplomatic­a è fondamenta­le, per Francesco. Il cardinale Fernando Filoni, 72 anni, prefetto di Propaganda Fide, ha una vasta esperienza diplomatic­a e spiega al Corriere che la questione va vista in prospettiv­a: «Un po’ grazie al prolungame­nto della vita media, un po’ per il calo delle vocazioni, può essere importante valorizzar­e le risorse di esperienza che esistono».

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