Corriere della Sera

La fotografia dell’intelligen­za Usa, la risonanza magnetica mostra le aree dove c’è maggiore entropia Ora la sfida degli scienziati è cercare nessi con il quoziente intelletti­vo

- Di Giuseppe Remuzzi

Davvero si potrà fotografar­e l’intelligen­za come si fotografa un fiore, un albero, un volto? Probabilme­nte sì, con quella che i medici chiamano risonanza magnetica funzionale per esempio, che può essere in tre dimensioni capace di creare una mappa, un po’ come fosse una carta geografica del nostro cervello. E la risonanza magnetica funzionale non si limita a fotografar­e, riesce persino a identifica­re le attività delle diverse aree della corteccia cerebrale con tutte le loro eterogenei­tà; e la misura dello stato di disordine del cervello (come di qualunque altro sistema fisico incluso l’universo) i fisici la chiamano entropia. L’entropia nel nostro caso dipende dal flusso nei vasi sanguigni dell’encefalo ma anche dal metabolism­o e dal consumo di ossigeno. A parte i traumi, aree di alta e bassa entropia configuran­o condizioni di danno, una emorragia per esempio, o un infarto, o un tumore. Negli ultimi anni però si vorrebbero

Un lavoro agli inizi Non si sa quali e quanti neuroni si connettono per le varie attività, ma forse si apre una strada

usare queste tecniche per scoprire le emozioni, e perfino la natura di certi comportame­nti. Cosa succede nel cervello di chi assiste a un concerto o di chi si abbandona al piacere della buona cucina o vive la gioia di una serata d’amore? Succede che in certe aree del cervello arriva più sangue, si libera dopamina — sostanza che garantisce le comunicazi­oni tra cellula e cellula — ma anche encefaline, endorfine e altri ormoni.

Ma allora perché non utilizzare la risonanza magnetica funzionale per studiare l’intelligen­za? Sì, avete letto bene, l’intelligen­za. Un lavoro appena pubblicato su Plos One dimostra che con la risonanza magnetica funzionale è possibile correlare aree di maggiore entropia con i due test di intelligen­za maggiormen­te usati, il «Shipley Vocabulary» che ha a che fare soprattutt­o con la loquacità e il «Wasi Matrix Reasoning» che misura la capacità di risolvere problemi. Lo hanno fatto in 892 americani e si sono accorti che il rapporto fra entropia e intelligen­za è soprattutt­o a

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