Corriere della Sera

I CANDIDATI

Alfieri: ora basta fritture

- di Gian Antonio Stella

«Ci sono 96 comuni, nel mio collegio Alburni-cilento-vallo di Diano e li sto battendo tutti. Uno per uno». La campagna elettorale vecchia maniera di Franco Alfieri.

«Mannaggia ‘a frittura!» Franco Alfieri giura su Pietro e Paolo, i santi patroni della sua Agropoli, di non averne «offerta manco una» di quelle fritture per le quali Vincenzo De Luca esaltò ammiccando alle sue doti clientelar­i: «Clientela organizzat­a, scientific­a, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella! (…) Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri ‘na frittura ’e pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come c… vuoi ma non venire con un voto in meno». Sospiprima ra: «Mi sono scocciato. Era una battuta. Mi ha appiccicat­o un marchio».

L’88% dei voti

«Ecco, queste sono le mie fritture!», spiega mostrando fiero come la madre dei Gracchi un libro illustrato che racconta la sue gesta. Ed ecco Alfieri con le chiavi del Castello, il concerto di Jovanotti trionfale grazie ad Alfieri e all’«abbattimen­to del biglietto d’ingresso a soli 25 euro», Alfieri con caschetto e cazzuola per la prima pietra del «Palagreen», Alfieri all’apertura del cantiere della stazione bus, Alfieri che inaugura la Via del Mare, Alfieri con la Coppa del Mondo vinta dalla Nazionale nel 2006, il manifesto di Alfieri per festeggiar­e nel 2012 la rielezione a sindaco con l’88,99% dei voti. Inferiore soltanto al 99,3 preso da Iosif Stalin nel 1937.

Il collegio

Come fa? «Ho fatto il sindaco per un sacco di tempo, ho imparato. Cominciai a Torchiana, qui vicino, quando avevo ventidue anni. Ero nella Dc. In politica, dove c’è una grande distanza fra la gente e la classe dirigente, cosa odiata e odiosa, il fatto che io risponda al telefono diventa motivo di grande apprezzame­nto. È una rarità, che un politico risponda al telefono e sia disponibil­e. Io non me la tiro. Sono una persona umile. Semplice».

Totò Cuffaro, ai tempi buoni, raccontò a Federico Geremicca: «Senza presunzion­e posso assicurarl­e che credo di avere stretto le mani e baciato sulle guance, in segno di affetto, la metà dei siciliani che voteranno. Non è poco, sa?» Franco Alfieri no, ammette di non conoscere tutti. Ma ci prova. E gira come una trottola: «Ci sono 96 comuni, nel mio collegio Alburni-cilento-vallo di Diano e li sto battendo tutti. Uno per uno. Chilometro dopo chilometro. Dalla mattina alla notte. Ascolto. Spiego». Una copertura così capillare che poco della chiusura delle liste elettorali, quando girò voce che il reuccio di Agropoli potesse esser tagliato fuori, furono raccolte in quattro ore 470 firme di assessori, consiglier­i comunali, sindaci locali sotto un appello al Pd: «Senza Alfieri perdi». «Non quattro ore, via. Due giorni. Forse tre. È vero però, questo sì, che senza di me il collegio era perso. Sicuro. Questo è stato sempre un collegio di destra. È con me che si è spostato di qua. E poi, Renzi mi conosce…».

Le inchieste

Ovvio. Alle ultime primarie del Pd il segretario ha preso il 93%. Un botto impensabil­e altrove. Va da sé che, fritture o no, ha scelto di non rottamare affatto il rastrellat­ore di preferenze. Anche se bollato dagli avversari come «collezioni­sta di varie inchieste giudiziari­e». A partire dalla «Due Torri bis». Al centro delle polemiche («la candidatur­a di Alfieri è indegna, il Pd non usi più il nome di mio padre») accese da Antonio Vassallo, il figlio di Angelo, «il sindaco pescatore» di Pollica, assassinat­o nel 2010.

Rileggiamo un’ansa del 2015: «Il procedimen­to, che vede 77 rinviati a giudizio, tra i quali l’attuale sindaco di Agropoli (Salerno), Franco Alfieri, e l’ex Presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, ha avuto inizio da un’indagine della Procura di Salerno in seguito alle denunce di Angelo Vassallo relative alla provincial­e 108 Celso di Pollica-casalvelin­o. Dall’inchiesta sono emerse numerose irregolari­tà sugli appalti e il pagamento di strade mai realizzate o non ultimate».

L’«acchiappav­oti» renziano salta su: «A uno che ha fatto per 35 anni l’amministra­tore, qualcosa può pure capitare». Ma «nel processo “Ghost road”, strade fantasma, io non c’entro proprio». Allora perché il figlio e il fratello di Vassallo… «Deve chiederlo a loro. Se una mattina uno si sveglia e attacca a dire cose gravissime e senza senso non posso stargli dietro…»

A proposito: come finì l’inchiesta «Due Torri bis» che pareva destinata a spazzar via un bel pezzo di classe dirigente? C’erano in ballo 60 gare d’appalto truccate: tutto prescritto a settembre 2015. Troppo tardi perché Alfieri corresse alle Regionali, dalle quali s’era ritirato su consiglio di Vincenzo De Luca. Non per le politiche: «Scelga Renzi: collegio uninominal­e o preferenze», spiegava mesi fa a La Stampa: «Poi vedrà come ce li mangiamo i grillini, altro che due fritture!».

Gli avversari

Che possa ingollare gli avversari con la facilità che sognava tempo fa, in verità, non è detto. Certo, è scontato che la candidata della destra Marzia Ferraioli, docente di procedura penale a Tor Vergata, non conosca come lui il Cilento metro per metro e men che meno chi ci vive. Ma in parallelo al declino di Renzi, la rimonta berlusconi­ana in questa terra storicamen­te destrorsa è stata forte. E le promesse

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Ho fatto il sindaco per un sacco di tempo, ho cominciato quando avevo 22 anni Questo era un collegio di destra, è con me che si è spostato di qua d Nel mio collegio elettorale ci sono 96 comuni e li sto battendo tutti, uno per uno Dalla mattina alla notte, ascolto e spiego

d L’inchiesta? A chi per 35 anni ha fatto l’amministra­tore qualcosa può pure capitare Ma a chi attacca con cose senza senso non sto dietro

d Mannaggia alla frittura, non ne ho offerta neanche una Quella di De Luca era una battuta Mi sono scocciato, mi ha appiccicat­o un marchio

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