Rimborsi M5S, altri tre nei guai Bonifici ritoccati con Photoshop
Giulia Sarti si autosospende. L’ex compagno ai pm: mi lasciava fare
ROMA Non è ancora finita. Luigi Di Maio sperava di avere messo un punto alla vicenda di Rimborsopoli con l’accesso agli atti e con la pubblicazione della lista dei reprobi. Ma un nuovo capitolo dell’inchiesta delle Iene mette sulla graticola, per usare un gergo caro ai 5 Stelle, altri tre parlamentari, Emanuele Scagliusi, Francesco Cariello e Federica Dieni. Ribadisce le accuse contro Barbara Lezzi. E costringe il Movimento a pubblicare un post che annuncia nuovi provvedimenti, tra i quali l’espulsione di Francesco Cariello e di un consigliere regionale, Gian Luca Sassi.
Il nuovo stratagemma rivelato dalle Iene è il taroccamento del bonifico con photoshop. Un programma di foto ritocco usato per ridurre l’entità del versamenti. Cariello è l’unico dei tre non ricandidato (ha sostenuto di essere stato escluso perché «fuori linea»). Gli altri due invece sono regolarmente in corsa. Gli autori dell’inchiesta, Filippo Roma e Marco Occhipinti, si chiedono: «Visto che i 5 Stelle hanno acquisito tutti i dati e i nomi da giorni, perché non li hanno resi pubblici? Li stanno coprendo?».
Scagliusi ammette la colpa e chiede scusa, ma si giustifica: «Le Iene mi contestano un bonifico da mille euro in meno, che però ho già restituito nella rendicontazione successiva. È vero, ho modificato la cifra, prendendo in prestito i mille euro, ma solo perché mi servivano per una visita medica che non volevo rivelare. In tutto ho restituito ben 223 mila euro».
La Dieni chiarisce al Corriere: «Nel 2014 ho fatto un bonifico da 1700 euro e mi sono subito accorta che dovevo restituirne altri 4000. Allora ne ho fatto un secondo. Poi, con word, ho cambiato la cifra, ma solo perché non riuscivo a caricare nel nostro sito una sola distinta. È una leggerezza di cui mi scuso, ma non ho sottratto un euro dei 115 mila che ho donato. Questa ostinazione morbosa delle Iene è grottesca». Nel caso di Cariello sono due bonifici per un totale di 5.989 euro.
Dopo la rivelazione delle Iene, il blog delle stelle è stato costretto a pubblicare un post nelle quali si ammette che c’era altro, oltre a quello che è uscito fuori l’altro giorno con l’accesso agli atti: Dieni avrà soltanto un richiamo, mentre Scagliusi dovrà pagare una mensilità in più come penale. Cariello è fuori, così come il consigliere regionale Gian Luca Sassi, che si aggiunge alla lista. Il post, in realtà, si intitola «L’orgoglio dei 5 Stelle» e rivendica la donazione di oltre 90 milioni di euro.
Ma c’è di più: c’è il caso di Barbara Lezzi, che non è chiuso. In un primo momento la parlamentare aveva spiegato al Corriere di essere in regola. Più tardi aveva ammesso un bonifico non andato a buon fine ma sostenendo di non averlo mai revocato. Le Iene, però, hanno sentito Banca Sella, secondo il quale il bonifico da 3500 euro è stato stornato, dunque revocato. La Lezzi resta della sua versione: «Non l’ho revocato. A questo punto mi confronterò con la banca».
Ancora da verificare la questione di Giulia Sarti, deputata bolognese che ha denunciato il suo ex fidanzato per il mancato versamento di 19.399 euro. La Sarti si è già autosospesa e il Movimento non ha ancora deciso se crederle. Nel post si scrive, senza commentare e lasciando il caso sub judice: «Lei ha dichiarato di non aver sottratto un centesimo e ha denunciato una persona a lei vicina». L’ex
L’inchiesta tv tira in ballo anche Scagliusi e Dieni, solo ammoniti Espulso invece Cariello
Smentita a Lezzi
La banca sul bonifico di Barbara Lezzi: «È stato revocato» Ma lei insiste: l’ho fatto
fidanzato, Andrea Tibusche Bogdan, in procura ha spiegato: «A volte i bonifici li facevamo fianco a fianco e in ogni caso le ho sempre detto tutto, anche delle cancellazioni che ero costretto a fare perché non c’erano soldi nel conto. Giulia non voleva occuparsi di queste cose e diceva “fai tu, ma poi metti a posto”».
Infine Ivan Della Valle. Sparito, con il padre che lo dava a Casablanca, è stato rintracciato a Lucca. Da dove ha ammesso di aver taroccato con photoshop 51 bonifici da 27e mila euro. E ha lanciato un j’accuse: «Se vuole trasparenza, Di Maio chieda a tutti gli scontrini dei rimborsi e vediamo in quanti hanno barato».