La scheda, premio Nobel del sadismo
Nell’attesa che i fabbricanti di fake news condizionino, come certificato dalle previsioni, l’esito elettorale (ma manca poco: sbrigati tenebroso hacker; datti una mossa, impigrito troll), sembra una fake news la scheda elettorale che il 4 marzo infliggerà un ingiusto supplizio agli elettori che si recheranno eroicamente alle urne. Provate a guardarla: una cosa complicatissima, farraginosa, sadica. Hanno già calcolato che ci sarà circa un 4 per cento di schede annullate, ma si tratta di calcoli ottimistici. Chi lo ha concepito andrebbe indicato come un sabotatore della democrazia, visto che per votare non dovrebbe essere obbligatorio una laurea di specializzazione in sistemi elettorali complessi. Proviamo a immaginare: una sala piena di gente che si industria a rendere sempre più complessa una scheda, un percorso irto di divieti, complicazioni, ostacoli grafici, prove d’esame per rendere la vita difficile all’elettore. Hanno compresso in uno spazio necessariamente ridotto un sistema di segni che farebbe impazzire i premi Nobel della matematica. Un intreccio perverso di uninominale e proporzionale, maggioritario e minoritario, sbarramenti e premi, listini e listoni, tanti nomi e pochi nomi, simboli di partito e spazi per i candidati. E alla fine, se non vi annulleranno la scheda, se non chiameranno la polizia perché avete cominciato a gridare «aiuto», se non avrete già addentato la matita in un harakiri rituale, potrete anche arrivare a non esprimere con esattezza la vostra volontà. Basti dire che se metterete una crocetta solo sul nome del candidato del collegio, è previsto che il vostro voto per il proporzionale sarà arbitrariamente conteggiato e assegnato a una delle liste che formano la coalizione. La proibizione del disgiunto si accompagna all’ostacolo per il congiunto. Il Rosatellum, creatura già partorita da menti che vogliono il male della salute psichica dei cittadini elettori, si trasforma con questa scheda nel Pazzarellum, o nel Sadicum. E questa non è una fake news.