Bce, scontro sulle nomine La resistenza dell’italia allo spagnolo de Guindos
BRUXELLES L’italia frena sulla discussa candidatura del ministro delle Finanze spagnolo Luis de Guindos alla vicepresidenza della Bce, che sarebbe la prima volta di un politico passato, da un governo, direttamente al vertice della Banca centrale della zona euro, organismo tecnico e indipendente. Il premier Paolo Gentiloni e il responsabile dell’economia Pier Carlo Padoan — «in condivisione», secondo fonti interne — stanno ancora valutando come votare nell’eurogruppo dei 19 ministri finanziari di domani a Bruxelles, dove l’altro candidato è il governatore della banca centrale dell’irlanda Philip Lane.
Nelle consultazioni tra capi di governo è emerso l’appoggio di Germania e Francia a de Giundos. Con altri 11 voti, vincerebbe. «La gran incògnita es Italia», ha scritto il quotidiano El Pais di Madrid, che — come tanti media europei — ha riportato le critiche in Europa alla candidatura del connazionale. Alcuni eurodeputati ci vedono un «attacco all’indipendenza della Bce».
De Guindos non ha competenza operativa nella politica monetaria, materia di base per un banchiere centrale. È stato il capo per Spagna-portogallo e consulente per l’europa della Lehman Brothers, quando questa banca d’affari Usa tracollò. Ha occupato posti nel settore pubblico con il gradimento del suo partito di centrodestra Pp. Lane, prima ● Il governatore della Bundesbank Jens Weidmann (49 anni) ambisce a prendere il posto del presidente della Bce Mario Draghi, che scade nell’ottobre 2019 di passare alla Banca centrale, insegnava economia al Trinity College di Dublino. Da governatore già opera nella Bce. Non è un’autorità mondiale, ma conosce il mestiere. Sembrava non ci fosse partita con de Guindos. Ma lo spagnolo, nell’eurogruppo, è stato fedelissimo al potente ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, ora alla guida del Parlamento di Berlino. Può trattare con i colleghi ministri, che votano, mentre Lane no. Inoltre il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato a sorpresa l’ex eurodeputata Sylvie Goulard come vice-governatore della Banca di Francia, rilanciandola dopo le dimissioni da ministra macroniana della Difesa (per contestazioni sull’uso improprio di assistenti e fondi Ue quando era nell’europarlamento). Il precedente de Guindos aiuterebbe Goulard nella corsa al successivo posto alla Bce (ora del belga Peter Praet), compensando l’uscita del francese Benoît Coeuré (in scadenza poco dopo).
A Bruxelles si ritiene che la nomina di de Guindos (di un Paese del Sud) renderebbe più difficile a un italiano entrare nel vertice Bce dopo l’uscita del presidente Mario Draghi nel 2019. A Palazzo Chigi poi ricordano il voto della Spagna dato ad Amsterdam, che fece perdere l’agenzia Ue delle medicine a Milano. Il governo è ricorso alla Corte europea, rivendicando che nell’ue deve vincere la candidatura migliore. Può appoggiare de Guindos? governatore della Bundesbank in questi anni non ha mai nascosto di essere stato nella minoranza perdente su tutte le scelte fondamentali: quelle del 2012 che placarono il panico sul debito di Roma e Madrid, il taglio dei tassi sotto zero e gli interventi del quantitative easing decisi nel 2015. Ma oggi l’eurotower è guidata dall’alleanza fra due uomini del Sud Europa (l’attuale vicepresidente in scadenza è il portoghese Vítor Constâncio) e la fortissima diffidenza radicata fra gli elettori in Germania verso la Bce ora impone al governo di Berlino di fare di tutto per non lasciarne la guida ad altri ancora una volta. Per questo un favore tedesco a Madrid oggi può diventare un favore restituito da Madrid domani, inserendo un cuneo fra i Paesi del fianco Sud dell’area euro.
Le ragioni di Parigi non devono essere poi molto diverse. Il presidente Emmanuel Macron avverte l’indebolirsi della cancelliera Angela Merkel in Germania e capisce che questo è il momento per far sentire di più il peso della Francia in Europa. Per lui appoggiare un candidato iberico significa muovere un primo passo per evitare che la Spagna resti in pieno nel campo d’influenza tedesco: peraltro il premier Mariano Rajoy, un alleato di Merkel, sta crollando nei sondaggi e potrebbe dover affrontare elezioni anticipate tra non molto. Malgrado le dichiarazioni, a Parigi e Berlino le idee su come vada gestito l’euro restano profondamente diverse. E anche Macron ha (almeno) un candidato potenziale alla guida della Bce: il governatore francese François Villeroy de Galhau. Ovviamente il negoziato dei prossimi mesi sarà anche sulle istituzioni e sulle regole, non solo sui nomi. Ma Draghi hanno dimostrato come anche questi ultimi contano, eccome.