In prima superiore al poligono di tiro Polemica a scuola
Vicenza, le critiche al preside e gli appelli Ma il comitato dei genitori difende l’istituto
VICENZA Pistola in pugno, bersaglio a dieci metri di distanza. Studente di prima superiore che prende la mira e spara: pallini di plastica, rigorosamente dentro al poligono. Il tiro a segno è una disciplina olimpionica, ma in Veneto il suo inserimento come «attività extracurricolare» e senza voto da parte dell’istituto alberghiero-commerciale Da Schio di Vicenza, sta suscitando polemiche.
Il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni chiede al governatore leghista Luca Zaia di «bandire ogni tipo di attività scolastica che preveda l’uso di armi, anche se ad aria compressa». Il centrodestra è compatto, sul fronte opposto, ma anche i rappresentanti dei genitori difendono la scuola.
La protesta è partita da una mamma preoccupata, che ha sollecitato l’intervento dell’esponente dem. Ma il caso si inserisce in un dibattito locale e nazionale. A Vicenza nei giorni scorsi il sindaco Achille Variati (Pd) si è scagliato contro l’accesso dei minori sotto i 16 anni ad Hit Show, fiera vicentina della caccia (ma con
Le posizioni
«È un errore promuovere l’uso delle armi». «No, è educativo e aiuta a concentrarsi»
esposte anche armi da difesa) che in Veneto — terra di «doppiette» — registra ingressi sempre in crescita . E si aggiungono i timori, nazionali, suscitati a San Valentino dalla strage al liceo Parkland in Florida, con 17 studenti e insegnanti massacrati. «Ritengo — dichiara Zanoni — che l’utilizzo di pistole e armi non debba essere promosso dalla scuola pubblica». Anche la diocesi si è detta «perplessa». Il preside Giuseppe Sozzo invece difende le lezioni. «Sono stupito delle polemiche — osserva — da anni proponiamo ai ragazzi di prima del commerciale anche attività alternative: rugby, tiro con l’arco, quest’anno tiro a segno. Sempre in sicurezza, con istruttori federali. Finora nessun genitore aveva protestato: del resto non è “tiro al cinghiale”, ma una disciplina olimpionica per cui l’italia ha vinto anche medaglie d’oro».
L’assessore veneto alla Formazione, la forzista Elena Donazzan, appoggia il dirigente: «Il Da Schio fa bene, anzi speriamo porti dei ragazzi a diventare campioni italiani».
Sulla stessa linea ci sono il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti (Lega Nord) e Sergio Berlato, candidato alla Camera e consigliere regionale del partito di Giorgia Meloni, oltre che paladino veneto dei cacciatori: «Quelle del Pd sono posizioni ideologiche», attacca. E mentre il presidente dell’asd Tiro a Segno Vicenza, Efren Dalla Santa, avverte che «ci sono anche genitori che ci ringraziano, i ragazzi imparano la concentrazione», al Da Schio dal comitato genitori e dal consiglio d’istituto c’è intesa con il preside: «Nessun genitore si era lamentato — sottolineano i rappresentanti Roberto Boaretto e Matilde Cortese — ed era stato detto che tutto avviene nell’ambito di una pratica sportiva».